Le affermazioni di Gennaro De Tommaso, oggi collaboratore di giustizia ed una volta capo-ultras con tanto di Coppa Italia tra le mani all’Olimpico nel 2015, non possono che fare rumore. Nonostante siano questioni prive di risvolti penali, le dichiarazioni che fanno parte delle «precisazioni sui rapporti con la società sportiva calcio Napoli» non possono restare fini a se stesse.
Ricapitoliamo in breve:
Al netto dei risvolti penali, di cui la vicenda è priva, la SSC Napoli non può restare - tutto sommato - ferma. Non può perchè è facile fare illazioni pronte a sfociare nel solito ‘solo a Napoli’ che va di moda a livello nazionale (non sempre a torto, certo), e la società non può non difendere la sua immagine da queste situazioni. Dovrebbe rispondere, nei modi e nei tempi in cui può, ma soprattutto non dovrebbe farlo in silenzio. È una linea spesso tenuta - per questioni anche più leggere - ma che non sempre paga.
Se agli atti ‘Genny a carogna’ afferma che De Laurentiis «si complimentò con noi, voleva finanziarci, ma noi rifiutammo, gli dicemmo che volevamo solo che il Napoli vincesse di nuovo», una qualsiasi risposta è necessaria. De Laurentiis che voleva finanziare i gruppi ultras della Curva? Se andiamo a rileggere tutte le dichiarazioni del presidente e tutti gli striscioni ben poco amichevoli, negli ultimi anni, quantomeno un sorriso esce violentemente fuori. Napoli è davvero la città più bella del mondo, ed aspettarsi una risposta ufficiale non è una bestemmia.