Paulo Dybala è in grande spolvero alla Roma. E' in generale l'intera formazione giallorossa a essere rinata con l'arrivo di Daniele De Rossi, ma lo ha fatto in particolare il talento argentino che - grazie anche a una condizione e continuità fisica ritrovata - sta lasciando il segno a suon di prestazioni importanti.
Non solo la recente tripletta, ma anche assist vincenti e in generale la capacità di accendere sempre la luce creando continuamente pericoli. Prestazioni che incantano tutti gli appassionati di Serie A, compresi i tifosi del Napoli che non hanno dimenticato che l'albiceleste poteva sbarcare in azzurro anni fa.
Parliamo esattamente dell'estate 2022, quando l'attaccante si svincolò dalla Juventus. Il trasferimento all'Inter sembrava ormai fatto e scontato, ma sfumò a sorpresa nonostante il lavoro dell'ex juventino Giuseppe Marotta. Rimasero fondamentalmente due le squadre in corsa: Napoli e Roma.
Aurelio De Laurentiis era pronto a convincerlo con un'offerta da 6 milioni di euro a stagione, stessa cifra propostagli successivamente dai capitolini, ma col sudamericano che ha poi optato per il Colosseo piuttosto che il Vesuvio.
A distanza di tempo sembra emersa la verità che riconduce a due punti: la presenza di José Mourinho, sinonimo storico di un ciclo vincente e con la vittoria della Conference League che sembrava già confermarlo, e una centralità nel progetto romanista che non avrebbe avuto invece in quello napoletano.
Luciano Spalletti aveva battezzato il 4-3-3 per il suo Napoli e davanti c'era già Victor Osimhen, quindi la Joya non sarebbe stato certo di un posto fisso in campo o quanto meno non nella sua zona preferita. Si sarebbe dovuto adattare, spesso e volentieri.
Poi alcuni dettagli contrattuali, come la richiesta di una clausola rescissoria bassa al primo anno, anche hanno fatto la differenza. La società ha poi virato su Giacomo Raspadori, attenuando in parte - grazie a una buona campagna acquisti sorpattutto nel finale - le proteste di una tifoseria nel frattempo delusa per un Dybala sfumato e per i diversi addii pesanti.
Nessuno avrebbe mai immaginato che invece quella rivoluzione sarebbe stato il primo passaggio fondamentale per vincere uno scudetto storico un anno più tardi. Così oggi Dybala non è più un rimpianto, per nessuno. E' andata così e sono tutti felici.