Britos, il difensore-chef dal destino segnato. Con un grazie a Benitez e un rimpianto...

di Pasquale Cacciola - twitter: @PE_Bahia

Sorrisi e asado, tutti insieme appassionatamente. Offre Miguel Ángel Britos. Un modo per omaggiare il terzo goal in maglia azzurra, ma soprattutto per scrollarsi da dosso le tensioni post Juventus. Ancora una volta il difensore mostra tutta la sua abilità ai fornelli, questa volta anche senza il compagno di sempre. Nessun sudamericano al posto di Edinson Cavani, ma l'italiano Christian Maggio. Forse perché ricorda ancora bene l'aria latina reduce dal Brasile, intanto l'intesa sugli esterni si conferma anche alla brace. 

Un goal alla Juventus che poteva diventare pesantissimo, ma che in ogni caso incorona una stagione finora positiva per l'uruguaiano. Proprio lui che sembrava ormai ai margini del progetto partenopeo. Poi l'arrivo del solo Koulibaly, l'adattamento sull'out mancino e la sorprendente conferma. Non benissimo nella scorsa stagione, con la nuova che sembrava un déjà vu con l'esordio negativo con l'Atlhetic Bilbao. Poi l'ascesa, grazie alla fiducia di Benitez che in estate bloccò la sua partenza per la Dinamo Mosca e che proprio recentemente l'ha elogiato in conferenza stampa. Un professionista impeccabile, al quale va dato atto di aver sempre lavorato umilmente e sudato la maglia in ogni singola apparizione. Nonostante critiche e accanimenti che l'hanno puntualmente accompagnato. 

Goal e prestazioni che tuttavia quasi sicuramente non cambieranno il suo futuro. Approdato all'ombra del Vesuvio nell'estate del 2011 per otto milioni di euro su richiesta di Walter Mazzarri, il suo contratto scadrà il prossimo 30 giugno 2015. Il destino sembra segnato, non continuerà al Napoli. Forse ancora al Sud, dove sembrerebbe esserci il Palermo sulle sue tracce. Potrebbe esserci solo un breve rinnovo diplomatico per permettere appena al club di monetizzare, ma è tutto da vedere. Di certo ci sarà una stretta di mano e un grazie tra le parti, con un solo rimpianto in questa lunga esperienza per l'atleta: non essere mai riuscito a conquistare la 'Celeste' attraverso l'azzurro partenopeo. Il desiderio di una vita, il suo sogno. 

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