Ultime calcio Napoli. Che non venga mai più in mente a chicchessia, nemmeno minimamente, di chiedere al patron il licenziamento di Carlo Ancelotti, come è avvenuto dal dopopartita di Torino, fino a ieri mattina, da parte di chi non ha condiviso quasi nulla dellâoperato svolto dallâallenatore più decorato del mondo. Don Aurelio ha parlato, finalmente, ed i suoi imperativi non ammettono repliche giacchè è intervenuto un poâ su tutti gli argomenti allâordine del giorno. Di sicuro non è un ipocrita, è andato sul dunque su tutti i fatti di casa azzurra, con decisione e convinzione. Per quel che ci riguarda, i chiarimenti hanno riguardato gli aspetti legati al suo rapporto con lâallenatore e al suo modo di condurre il Napoli, appropriandosi responsabilmente del suo diritto di aver chiesto tempo addietro al timoniere azzurro â nei patti iniziali â di valorizzare lâintera rosa, cosa che non era stata fatta da Sarri e perché no tra i motivi che avevano portato alla rottura totale tra i due benché De Laurentiis glielo avesse chiesto ripetutamente. Ma lâallenatore divorzista, ora approdato alla Juventus, privilegiava la sua filosofia di gioco e di gestione della squadra ai titolarissimi, cosa che evidentemente non è in linea con gli analoghi principi di Carlo Ancelotti, in linea a sua volta con le massime direttive. E per spegnere tutto il chicchericcio avvelenato e velenoso delle due ultime settimane, don Aurelio ha stretto il Ciglione in un abbraccio decennale.
à chiaro tuttavia che le problematiche emerse Ancelotti dovrà risolverle tutte, indipendentemente dagli imperativi del patron dâaltronde mirate al consolidamento della posizione del tecnico ed a gettare lâacqua sul fuoco del putiferio che si è scatenato. Già , nella sua agenda di lavoro sicuramente Ancelotti avrà in elenco argomenti di grandissima attualità , come ad esempio il miglioramento della condizione fisico-atletica dei ragazzi a sua disposizione e al conseguente stato di forma, giacchè nessuno potrà mai smentire le sensazioni venute fuori e raccolte in alcune partite: gli azzurri sia a Genk che con il Torino â tanto per citare le ultimissime partite â visti sempre in ritardo sulla palla rispetto agli avversari. Ma il capitolo di maggiore interesse e di più grande valenza è quello che riguarda lâintera rosa. Cosa farà adesso dopo che il presidente si è accollato la responsabilità del gran-tour degli azzurri? Soluzioni e non più rivoluzioni, sarebbe più giusto così senza la presunzione di voler insegnare nulla a nessuno. E nessun gioco al massacro, per carità . Va detto che la rotazione totale non ha portato allâassunzione di una specifica identità della squadra e probabilmente anche ad un poâ di confusione nella testa dei giocatori, talvolta impiegati in un ruolo e in una posizione e altre volte in ruoli e posizioni totalmente difformi. Eâ un controverso senso della duttilità che suscita parecchie e fondate perplessità , Ancelotti non lo potrà negare che è cosi. Tocca a lui risolvere la problematica. Eâ innegabile in realtà ,câè tanta stima nei suoi confronti, ma non potrà mai pensare â con tutto il rispetto per lâallenatore più decorato del mondo â che da queste parti la favoletta dellâanello al naso possa passare sotto gamba, questo no. Non possiamo mai immaginarlo. Una cosa però vogliamo dirla a lui che secondo i desiderata presidenziali potrebbe guidare il Napoli per altri dieci anni: don Carlo qui qualcosa vogliamo vincerla anche noi. à pretendere troppo?