L'edizione odierna di Repubblica riporta l'editoriale di Guido Trombetti in merito alla questione Meret-Ospina:
"I commenti passano. Servono a chiacchierare. I risultati restano. E il Napoli contro il Bologna ha vinto. Con una vittoria convincente nel risultato e senza grandissimi patemi. Merito di colpi da campioni? Certamente. Ma Insigne e Zielinski (ed Osimhen) giocano con il Napoli e non con il Bologna. E la qualità dei singoli con i loro lampi di classe alla fine fa la differenza tra le squadre. Mi è sembrato di cogliere un segnale molto positivo. In particolare dopo l’ingresso in campo di Osimhen. Il Napoli ha rinunciato a tratti all’ossessiva e stucchevole costruzione dal basso per ricorrere a verticalizzazioni rapide ed efficaci. In ciò favorito dagli spazi che lasciava un Bologna che ha accettato la sfida a tutto campo senza alzare barricate. Certamente la musica sarà diversa contro squadre più attrezzate in difesa e meno scanzonate. E a proposito della costruzione dal basso, che giustificherebbe la scelta di Ospina tra i pali, devono far riflettere alcune incertezze del colombiano. Una delle quali ci è costata un gol. Scegliere il portiere per il rush finale mi sembra irrinunciabile.
Ed io sceglierei decisamente Meret. Un altro dato interessante viene dalla prestazione di Insigne. Aldilà dei due splendidi gol. Confezionati senza il ricorso al frequente, noioso tiro " a giro". Lo abbiamo visto accentrarsi di continuo per assumere il ruolo di regista a tutto campo. Rientrare. Contrastare. Ripartire. E quando Insigne è questo, diventa determinante. Va sottolineata anche la bella prova di Zielinski. Determinante con le sue accelerazioni e i suoi assist. La fase difensiva del Napoli invece è apparsa ancora imperfetta. Troppe occasioni lasciate al Bologna. Troppe diagonali mancate. Ciò anche a causa di una certa indisciplina tattica di Demme ed alla scarsa propensione di Fabiàn (e anche di Zielinki) alla copertura ordinata e costante. Sappiamo che le difese più forti sono quelle che ricevono protezione efficace dal centrocampo. In sintesi: una rondine non fa primavera. Vero. Ma senza nemmeno una rondine certamente non sta arrivando la primavera. Adesso ci aspetta un ciclo di ferro: Milan, Juventus, Roma. Io sono certo che non saranno partite più determinanti delle altre che ci aspettano".