Notizie Calcio Napoli - Come riporta l'edizione odierna de La Repubblica, De Laurentiis e Mertens si sono parlati per l’ultima volta il primo marzo: durante un incontro a sorpresa e a quattr’occhi in un albergo su lungomare, dal quale era trapelata una fumata tendente al bianco, anche se nella sostanza grigia. Pareva solo una questione di dettagli, all’epoca. Invece le comunicazioni si sono interrotte e la trattativa non è più andata in porto, complice il lockdown provocato dalla pandemia.
La quarantena si è trasformata infatti per il presidente pure in un’ulteriore pausa di riflessione, dopo i vani tentativi dei mesi precedenti di trovare un accordo con l’attaccante: restio inizialmente al rinnovo. «Si vede che le marchette in Cina gli fanno più gola della permanenza a Napoli... », aveva tuonato con sdegno il numero uno azzurro, ferito nell’orgoglio del gran rifiuto del belga. In mezzo c’era stato inoltre l’ammutinamento del 5 di novembre: diventato uno spartiacque nei rapporti personali ( oltre che professionali) tra i due protagonisti della storia.
Le ferite non si sono mai chiuse del tutto, con il caso delle multe a distanza di sei mesi ancora in stand by, e per De Laurentiis è diventato così ancora più fisiologico ragionare esclusivamente da imprenditore e mettendo da parte i sentimenti: un modus operandi che è stato sempre nelle sue corde, peraltro. Pure per questo i 33 anni appena compiuti da Mertens hanno smesso d’essere un dettaglio nei pensieri del numero uno del Napoli e sono diventati un punto centrale nella trattativa. La filosofia aziendale della società azzurra è sempre stata un’altra, del resto: puntare su giocatori giovani e farli esplodere ad alti livelli. Il rinnovo biennale proposto all’attaccante belga — nonostante la sua età da veterano — rappresentava dunque di per sé un’eccezione alle regole della casa: al punto che il presidente si aspettava forse un’adesione senza remore da parte del giocatore.
Invece la situazione è rimasta in stand by e nessuno ha fatto la mossa successiva: né il presidente De Laurentiis, né Mertens, a cui la pandemia ha tra l’altro impedito di completare il sorpasso su Hamsik. I due sono infatti ancora appaiati sul trono di capocannoniere nei 94 anni di storia azzurra ( a 121 gol) e il belga ci terrebbe ovviamente a diventare il padrone unico del record. Ma il 30 giugno si avvicina e la favola rischia di non avere il lieto fine. Non tutto è perduto, però, in primis grazie al gran lavoro di mediazione che sta facendo Gattuso: primo sponsor della conferma del bomber, al cui fianco sono schierati pure compagni e tifosi. Il presidente non ama tuttavia le pressioni e tanto meno parteciperà ad aste. Serve dunque un sacrificio da entrambe le parti e serve subito: ora o mai più.