Napoli calcio - Ciro Priello ha rilasciato alcune dichiarazioni alla Gazzetta dello Sport. Ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli24: "Il Napoli è l’amore della mia vita, mi permette di staccare dagli impegni familiari e lavorativi e sono contento che, dopo tanto tempo, mi prenda ancora così tanto. Spero non passi mai"
La prima partita dal vivo?
"Una sconfitta in casa contro la Roma, ero bambino, mi portò mio padre all’allora San Paolo. Non conoscevo nemmeno i nomi dei giocatori. Poi ho avuto i primi beniamini, mi viene in mente Igor Protti, più avanti Jankulovski o Mancini tra i pali. Sono cresciuto con un Napoli meno ambizioso di quello di oggi e ricordo le delusioni di mio padre: una delle poche volte in cui l’ho visto piangere è stata quando siamo retrocessi in Serie B, nel 1998".
Come spiega l’esistenza di napoletani che non tifano Napoli?
"Non ne ho la minima idea. Eppure ce ne sono persino nel mio palazzo. Forse è gente che, quando era giovane, viveva un forte senso agonistico e, negli anni peggiori del Napoli, si è affezionata ad altre squadre. Io, no".
Perché?
"Non volevo vedere piangere mio padre. Sono tifoso per compassione".