Notizie Napoli oggi. Aurelio De Laurentiis e il suo avvocato Mattia Grassani hanno subito un'altra sconfitta in Tribunale, vedendosi respingere il ricorso alla Corte Federale d'Appello sul caso delle multriproprietà di SSC Napoli ed SSC Bari. Acesso De Laurentiis ha a disposizione l'ultimo grado della giustizia federale, con il ricorso finale al Collegio di Garanzia del CONI, che avrà il compito di valutare la legittimità delle sentenze adottate dalla Corte.
Se però anche l'ennesimo ricorso dovesse essere respinto, allora il presidente di Napoli e Bari avrebbe ancora un ultimo asso nella manica: potrebbe infatti adire la giustizia civile (fino ad ora si è rivolto alla giustizia federale FIGC), facendo ricorso prima al TAR, il Tribunale Amministrativo Regionale, e poi in appello al Consiglio di Stato. Insomma, lungi dall'essere chiusa, questa storia durerà ancora a lungo.
Ma qual è la richiesta di De Laurentiis? Cosa chiede il presidente del Napoli alla corte? Lo spiega il Corriere del Mezzogiorno oggi in edicola, chiarendo che "La famiglia De Laurentiis ritiene che la Figc sia intervenuta con una delibera del 30 settembre retroattivamente su un diritto acquisito senza che ve ne fosse una reale necessità. E chiede che vengano ripristinate le regole in vigore al momento dell’acquisizione del Bari da parte della Filmauro".
In particolare, il Napoli ha impugnato la delibera 88/A dell'1 ottobre 2021 relativa alla modifica dell'articolo 16 bis NOIF (Norme organizzative interne federali), secondo il quale è vietata la partecipazione in più società del settore professionistico da parte del medesimo soggetto, del suo coniuge o del suo parente e affine entro il quarto grado. Una regola entrata in vigore dopo l'acquisto del Bari da parte della famiglia De Laurentiis e che adesso il patron del Napoli chiede di disapplicare.
Come spiega anche il Corriere della Sera edizione pugliese: "Al momento dell’acquisizione del Bari, i De Laurentiis erano alle prese con un contesto normativo diverso, che vietava sì la compresenza di due proprietà, ma solo nella stessa categoria. Con la modifica, invece, si vedranno costretti a cedere Bari o Napoli, entro due anni, a prescindere dal campionato in cui militano. Non si può – è il succo della riflessione del team dei legali pugliesi – applicare retroattivamente una norma. Se così accadesse, la società biancorossa si sentirebbe lesa rispetto alla programmazione iniziale, soprattutto sotto l’aspetto degli investimenti posti in essere".
Se così non fosse, ADL dovrebbe vendere il Napoli o il Bari entro il 30 giugno 2024.