Il Roma - Nell’era De Laurentiis la sessione invernale non è mai stata sfruttata per piazzare grandi colpi

Rassegna Stampa fonte : di Dario Marotta per Il Roma
Il Roma - Nell’era De Laurentiis la sessione invernale non è mai stata sfruttata per piazzare grandi colpi

Il presente non offre interessanti e suggestive prospettive di mercato. Il Napoli resta a guardare, non per mancanze di idee o di risorse ma per ragioni di carattere

Il presente non offre interessanti e suggestive prospettive di mercato. Il Napoli resta a guardare, non per mancanze di idee o di risorse ma per ragioni di carattere programmatico. Meglio rimandare ogni discorso a giugno e sul punto è d’accordo anche Ancelotti, perfettamente in linea con le strategie della società. Date le tante voci registrate, seguite da altrettanti nulla di fatto, conviene forse concentrarsi sul passato più o meno recente che ha visto gli azzurri spesso protagonisti, sia nel bene che nel male.

I TOP. Le squadre di Sarri e Ancelotti hanno mantenuto l’ossatura nata durante la gestione Benitez. Tanti calciatori arrivati all’epoca fanno ancora parte del progetto partenopeo e non è un caso che il mercato risalente al gennaio del 2014 venga ancora oggi ricordato positivamente. Nella sessione invernale, infatti, arrivarono a Napoli Jorginho e Ghoulam: il primo ha fruttato una plusvalenza di 55 milioni di euro, il secondo si è affermato come uno dei terzini più forti d’Europa. L’anno successivo (sempre con lo spagnolo in panchina), toccò a Manolo Gabbiadini, in quel momento inserito tra i talenti più interessanti del calcio italiano. Anche quello fu un grande colpo, al di là della rendimento in campo che alla lunga non ha rispettato le aspettative. Tra i top va annoverato anche Andrea Dossena, prelevato dal Liverpool nel gennaio del 2010 e che all’epoca rappresentava una sorta di lusso per l’ancora giovane Napoli di De Laurentiis.

I FLOP. La lista delle “meteore” è molto più lunga ma d’altronde quando si fa mercato è molto più facile sbagliare che indovinare le scelte. Il Napoli, in ogni caso, è tra quelle società che negli anni ha fallito meno e i risultati di questa oculatezza sono sotto gli occhi di tutti. Restano però alcune ferite aperte, ancora lungi dal rimarginarsi. Una riconduce a Edu Vargas, fenomeno con la nazionale cilena e oggetto misterioso con gli azzurri che nel gennaio del 2012 sborsarono la bellezza di 15 milioni di euro per strapparlo ad una nutrita concorrenza. Il resto è storia e attualmente il cileno (dopo aver girovagato senza fortuna tra Europa e Sudamerica), sta trovando spazio e continuità con i messicani del Tigres. Più vicino nel tempo il ricordo di Machach, arrivato lo scorso gennaio e passato agli onori della cronaca per vicende extracalcistiche, mentre due inverni fa toccò a Leonardo Pavoletti, un pesce fuor d’acqua nel calcio di Sarri. Storico l’acquisto di Datolo nel gennaio del 2009, presentato con tanto di giro di campo ma a gridare vendetta è l’anno 2016, con il Napoli alle prese con un’intensa ed appassionante corsa a due con la Juventus. Si invocavano acquisti per tenere a distanza madama ma a sbarcare a Capodichino furono Grassi e Regini, due che di fatto non videro mai il campo fino a maggio. Amarezze di un mercato invernale che (conti alla mano), ha regalato poche gioie e molti dolori. Un dettaglio che non sarà sfuggito allo scaramantico De Laurentiis.

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