Napoli calcio - Roberto Donadoni ha rilasciato un'intervista all'edizione odierna del Corriere dello Sport per parlare della sfida tra Milan e Napoli.
La flessione di Spalletti va spiegata con gli infortuni?
"La sua partenza è stata più che ottima e adesso bisogna solo capire se nel prossimo futuro riuscirà ritrovare continuità di risultati. Con tanti assenti di un certo spessore, è inevitabile che la qualità del suo calcio sia calata, ma anche il Milan non se la passa bene. Chi uscirà vincitore da questo incontro, acquisirà una buona dose di autostima".
A Napoli di soddisfazioni se n’è tolte di meno. Perché?
"Ho avuto troppo poco tempo a disposizione. Il club stava vivendo un momento di transizione e i primi mesi furono complicati perché l’organizzazione non era ancora perfetta come ora. L’esonero fu un dispiacere: mi sembrava di essermi integrato bene e la gente apprezzava il mio lavoro".
Napoli però le è rimasta dentro.
"E’ una di quelle città che non può non piacerti e con alcuni amici sono ancora in contatto".
Vivendo lì ha capito quanto è forte per i napoletani il mito di Maradona?
"Di Diego ho tanti ricordi legati alle partite da avversari. E’ stato uno di quei giocatori unici che stimolano anche gli avversari a migliorarsi. Giusto che lo stadio porti il suo nome".