POLEMICA BIGLIETTI NAPOLI-CAGLIARI - Una provocazione, o forse più semplicemente una risposta del presidente Aurelio De Laurentiis. In ogni caso - riferisce il Corriere dello Sport -, comunque lo si voglia vedere, i prezzi dei biglietti per Napoli-Cagliari sono un segnale forte e chiaro spedito nel clima torbido che avvolge Napoli. E' un braccio di ferro, o probabilmente la tentazione di non porgere l'altra guancia standonosene solo lì a subire. Ma che sia l'una o l'altra, sa comunque di ribellione a questo clima malsano che si respira da tanto, troppo, tempo.
Le quattro giornate (di campionato) del Napoli cominciano con una disposizione «politicamente» forte, un messaggio che il patron partenopeo ha spedito ai contestatori di Frosinone, a chi ha restituito ingenerosamente la maglia a José Callejon e alle ostilità aumentate soprattutto da Parma in poi. Un fuori programma totale, perché la società ha la sua regola per fissare i prezzi.
Esistono gare di prima, seconda e terza fascia e che chiaramente variano dall'importanza del match. Dai picchi spesso raggiunti contro la Juventus con 110 euro della Posillipo ai 40 euro per le curve, alla discesa per le sfide con il Chievo, con il Frosinone, con l’Empoli, ma pure con Udinese, Genoa e Sassuolo scandite, quasi come una filastrocca, da quel «35, 25, 18, 12» ormai mandate a memoria. E le curve, ovvio, venivano offerte a 12 euro. Il confronto del prossimo weekend appartiene, apparteneva, all'ultima categoria, salvo poi l'impennata imposta da De Laurentiis: 65 per la Posillipo, 50 per la Nisida, 40 per i Distinti, 30 per le Curve.
E adesso - sottolinea il quotidiano - il dibattito finirà per assorbire anche l'amarezza di chi non rientra nel partito dei «contestatori» e spargerà ulteriore animosità in una città già spaccata. E in quest’orizzonte tossico, tra striscioni che compaiono di notte e magliette che volano di pomeriggio, le distanze tra la SSC Napoli, cioè De Laurentiis, e una parte di Napoli, cioè le curve, diviene un abisso misterioso nel quale sembra quasi non ci sia un domani. Ci vorrebbe un gesto di buon senso, un doppio passo in avanti o una mano tesa in nome del bene supreso.