Claudio Borghi, campione dell'Argentina al Mondiale 1986 con Maradona, ha rilasciato una intervista ai microfoni di Repubblica. Ecco uno stralcio delle sue parole:
Qual è stato dunque il Maradona più grande?
«Il primo: quand’eravamo ragazzi all’Argentinos Juniors. Era un genio allo stato puro, totalmente libero, era soltanto Diego e non ancora Maradona. Non aveva addosso la complicazione di essere il dio del calcio».
Cosa ricorda di quegli anni?
«Diego era un fenomeno naturale, come una donna con tre seni, non so se mi spiego. Qualcosa di straordinario e mai visto: un’apparizione. Lui così è nato. Ed era così da bambino, noi ce lo ricordiamo».
Cosa gli è successo, dopo?
«Lentamente si è trovato in prigione. Diego non era un uomo libero. Essere Maradona è stato un inferno».
Cosa pensa di questa morte incredibile?
«Che se n’è andato da solo, con il segretario e un nipote nell’altra stanza. Lui la solitudine la cercava ma non così, non fino a questo punto. In tanti hanno mangiato dalla sua mano, e guardate cosa gli hanno dato in cambio».
Se l’aspettava?
«Avevo avuto molta paura nelle ore dell’operazione al cervello, come tutti: temevo che il suo cuore non avrebbe retto. Lo avevo visto in quelle immagini tristissime sul campo del Gimnasia, non si reggeva in piedi, sembrava un vecchio decrepito. Ma quando sono arrivate buone notizie sull’intervento, ho pensato: Diego ce la fa anche stavolta».
Difficile immaginare un Maradona più forte di quello del Mondiale ’86: lei c’era.
«Quando dico che Diego ragazzino agli inizi era più grande, intendo che era solo il più memorabile calciatore mai visto sulla faccia della Terra, non ancora un’azienda, uno showman, una leggenda vivente. Era calcio e basta, ed era totalmente sé stesso. Con l’Argentinos Juniors vinse per cinque anni consecutivi la classifica dei cannonieri».
Borghi, però quello slalom agli inglesi…
«Veramente, io credo che il gol del secolo sia un altro, sempre in Messico: il secondo dei due che segnò al Belgio in semifinale.
Provate a riguardarlo: salta tre avversari in dribbling e poi tira arrotando il sinistro in una frazione di secondo. Incredibile».
Ma di inglesi ne aveva saltati di più.
«Pazzesco, certo, ma un po’ lo lasciarono fare. Contro l’Uruguay o l’Italia, un gol del genere sarebbe stato impossibile, avrebbero abbattuto Diego dopo cinque o sei passi anche se non era facile neppure colpirlo».