Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore

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<i>Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore</i>

Rigori Insigne, un'analisi sulla situazione attuale in casa Napoli

Undici metri. Undici metri fatali come non mai in questa stagione. In un Napoli che viaggia apparentemente con il pilota automatico e senza conoscere ostacoli c'è una sola nota stonata, vale a dire i tiri dagli undici metri di quella che era stata l'unica certezza nel mare in tempesta dell'anno scorso, vale a dire Lorenzo Insigne. Ed ovviamente, essendo il capitano sempre maggiormente esposto ai venti della critica, ancor di più con il contratto in scadenza nel giugno del 2022, ad ogni errore dal dischetto si alza forte il grido dei detrattori (pochi) che coprono quelli che invece pendono dalle labbra (o per meglio dire dai piedi) del 24. 

Mettere in discussione il rigorista Lorenzo Insigne è azzardato ma è tutto sommato comprensibile sull'onda emotiva dei recenti passi falsi. Mettere in discussione il calciatore Lorenzo Insigne è un corto circuito logico senza precedenti. Anche tra mille difficoltà e dopo ogni errore ha sempre avuto il coraggio, petto in fuori e testa alta, di non nascondersi, al netto ovviamente di qualche prova grigia di tanto in tanto assolutamente fisiologica quando si disputano 407 partite con la stessa maglia addosso. 

"Nino, non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore". Nel 1982 esce "Titanic", un album straordinario (forse il più riuscito di sempre) del "Principe" Francesco De Gregori che contiene al suo interno una canzone, "La leva calcistica della classe '68", che rappresenta una autentica perla senza tempo, ed i cui versi tornano ancora tremendamente attuali a proposito di Insigne: "Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia". Non nell'intero panorama calcistico mondiale, ma c'è qualcuno in questo Napoli più coraggioso di Lorenzo (e Koulibaly)? Qualcuno più altruista della principale fonte di assist per i compagni in azzurro? Qualcuno con più fantasia del fantasista per eccellenza? 

Al di là dei pareri personali, Insigne è da anni ormai uno dei migliori (se non il migliore) della rosa del Napoli. Non riconoscergli i meriti e considerarlo solo uno dei tanti, significa pensare che gli azzurri siano una squadra dalle potenzialità limitate e che queste prime otto gare siano solo fieno in cascina per portare a casa una salvezza tranquilla.

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