Ultimissime calcio Napoli - "Liberi di tifare", è questo lo slogan con il quale gli ultras del Napoli stanno sintentizzando le ragioni di una protesta che dura ormai da settimane e che non sembra destinata a risolversi. Con l'attuazione del Regolamento d'uso dello stadio San Paolo, la SSC Napoli e la Questura stanno agendo con il pugno duro nei confronti dei gruppi organizzati dello stadio San Paolo, che rappresentano nel mondo l'immagine di una squadra di calcio che fa dei tifosi la sua arma in più: multe a chi non rispetta il posto indicato sul proprio ticket, sanzioni per i lancia-cori seduti sulle balaustre. Insomma, ad ora, tifare a Fuorigrotta è diventato quasi impossibile.
La redazione di CalcioNapoli24.it, ovviamente, è favorevole all'eliminazione di qualsiasi condotta illegale dagli spalti. Andando più a fondo nella questione, però, la protesta ultrà non è poi del tutto da condannare ed abbiamo provato a fare chiarezza sulle ragioni della protesta, invitando naturalmente la SSC Napoli a confrontarsi con le richieste dei tifosi.
E' noto che il Regolamento d'uso sia in vigore già da moltissimi anni, sebbene abbia trovato una concreta applicazione solo a partire da quest'anno, per venire incontro alle disposizioni del Decreto Sicurezza Bis voluto da Matteo Salvini. Gli ultras del Napoli hanno un'idea di calcio che non può far a meno di scontrarsi con chi vorrebbe un calcio in cui i tifosi in Curva devono stare seduti, fermi e zitti, tuttavia la protesta dei tifosi napoletani ha anche un fondamento giuridico e si appella a due questioni:
Per par condicio, la redazione di Calcio Napoli 24 ha contattato il Dott. Formisano Alessandro, Head of Operations Sales and Marketing della SSC Napoli. La risposta della società, a proposito della presunta illegittimità del Regolamento in virtù della sua approvazione al 17 ottobre 2019, è stata la seguente:
Gentile Direttore Dott Salvatore Passante,
con la presente la SSC Napoli contesta fermamente il contenuto dell’articolo “Diatriba Ultras – SSC Napoli: il regolamento d’uso dello Stadio San Paolo è giuridicamente illegittimo”, pubblicato ieri sul sito webdella testata CalcioNapoli24.it, da Lei diretta.
La tesi relativa ad una presunta illegittimità del Regolamento d’uso dello Stadio San Paolo è infatti radicalmente priva di qualsivoglia fondamento.
In primo luogo, giova rilevare come sia lo stesso tenore dell’articolo a chiarire che la asserita illegittimità avrebbe riguardo non già (come fantasiosamente dichiarato nel titolo) al Regolamento di per sé considerato, bensì alla sua applicazione in epoca anteriore al 17 ottobre 2019. A tale data risalirebbe infatti – secondo la Vostra ricostruzione – l’entrata in vigore del Regolamento; cosicché ogni applicazione che se ne fosse fatta in precedenza risulterebbe illegittima.
Sennonché, come noto ai più, il Regolamento d’uso dello Stadio San Paolo risulta in vigore già da moltissimi anni, in applicazione dell’art. 1 septies del D.L. 24 febbraio 2003, n. 28.
La dicitura “Approvato in riunione G.O.S. il 17 ottobre 2019”, rinvenibile sul sito web dell’SSC Napoli in calce al testo del Regolamento, si riferisce esclusivamente alla data di approvazione solo delle modifiche da ultimo intervenute, adottate dal Gruppo Organizzativo per la Sicurezza su richiesta delle autorità pubbliche competenti.
Nessuna illegittimità del Regolamento, dunque, così come nessuna illegittima applicazione retroattiva delle sue disposizioni.
L’articolo da Voi pubblicato, imputando all’SSC Napoli l’adozione di condotte illegittime e scorrette nei confronti dei propri tifosi, mai effettivamente tenute, appare idoneo non solo a ledere l’immagine del club, ma anche a pregiudicare il sereno svolgimento delle manifestazioni sportive all’interno dello Stadio San Paolo.
Cordiali saluti
Alessandro Formisano
Di conseguenza, stando a quanto sostiene la SSC Napoli, i tifosi sarebbero punibili anche per le partite precedenti al 17 ottobre 2019, perché il Regolamento era già in vigore. E' questo un fatto accertato: il Regolamento d'uso esiste dal 2003.
Restano tuttavia inevase le domande circa l'irretroattività delle suddette modifiche e le modalità di comunicazione delle stesse ai soggetti interessati. Sebbene i tifosi del Napoli sono punibili ai sensi del Regolamento anche per le partite precedenti al 17 ottobre, essi non sono punibili ai sensi di quelle modifiche, che essendo entrate in vigore solo successivamente, hanno valore solo dal 17 ottobre in poi.
Inoltre, resta da chiarire il perché la SSC Napoli non abbia comunicato le suddette modifiche agli abbonati stessi, stipulatori di un contratto con il club al momento dell'acquisizione del voucher per le gare casalinghe allo stadio San Paolo. Chi acquista un abbonamento, infatti, lascia disponibili alla società i propri dati anagrafici ed i propri recapiti: agli indirizzi dei tifosi, mai è giunta comunicazione alcuna.
Pertanto restiamo a disposizioni per ulteriori chiarimenti sulla vicenda.