Presidente Osservatorio Risorgimentalista Antiborbonico: "Ci sono frasi di Maradona contro Napoli, si intitoli lo stadio a Ascarelli"

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Presidente Osservatorio Risorgimentalista Antiborbonico: Ci sono frasi di Maradona contro Napoli, si intitoli lo stadio a Ascarelli

"Frasi di Maradona contro il Napoli". Questa tesi del Presidente Osservatorio Antiborbonico

Calcio Napoli - Riceviamo e pubblichiamo questo comunicato di Tanio Romano, Presidente dell'Osservatorio Risorgimentalista Antiborbonico per la Democrazia e la Libertà:

“Abbiamo, nostro malgrado, raccolto nel volume “E’ colpa del Nord” (nuova edizione 2023 solo su amazon), decine di frasi, corredate dalle relative fonti, di

Diego Armando Maradona che sarebbero obiettivamente contrastanti con la figura di Diego - amante di Napoli e dei napoletani senza se e senza ma - che

tutti già conosciamo dai media. L’autore del volume Tanio Romano - sportivamente ammiratore e collezionista di volumi sul più grande calciatore della storia dell’umanità - si è imbattuto più volte in sue dichiarazioni che lo farebbero apparire sotto ben altra luce rispetto a quella fatta trapelare pubblicamente. A noi risulterebbero non smentite da Maradona in vita. Se nel 1992 affermava “... la Juve era il mio grande sogno... è una società straordinaria e davanti all’Avvocato bisogna togliersi il cappello. È troppo forte...”, molti anni più tardi al “Processo di Boscardi” confermava: “Io volevo venire alla Juve, e in quel momento hanno fatto un casino [i lavoratori ed i sindacati N.d.A.] con la Fiat, Agnelli mi ha detto di aspettare e io va bene, se non mi prende adesso mi prenderà dopo, ma poi arrivò il Barcelona” per poi incredibilmente concludere: “Ho un grandissimo rimpianto per la Juve.”. E riguardo alla presunta esclusività per il Napoli in un altro caso faceva sapere: “... ho intenzione di lasciare il Napoli nel 1989... Chi è interessato a queste condizioni si può fare avanti, anche una squadra italiana”. Finita qui? No. “... Se proprio Ferlaino dovesse decidere di cedermi, andrei a giocare per la Salernitana” (nota acerrima avversaria dei partenopei!).

Sull’ormai ultratrentennale querelle della semifinale Italia Argentina del mondiale 90, nella sua autobiografia, il DIOS ha confessato: “... però [i napoletani N.d.A.] mi amavano, mi amavano talmente che la curva B aveva esultato per il mio gol su rigore contro l'Italia, esultò. Perché gli argentini c'erano ben pochi ma gli urli li ho sentiti bene... ”. Ad oggi anche queste dichiarazioni rivelatrici sembrano rimaste nascoste. Ma quelle che farebbero più male sono certamente le dichiarazioni che sarebbero, a nostro parere, quasi “offensive” per il mondo napoletano. “Voglio lasciare Napoli... La mia famiglia non può vivere soffocata, senza poter uscire di casa... ho bisogno di un ambiente più tranquillo...”. E ancora con un comunicato dall’Argentina: “Tempo fa la mia famiglia è stata oggetto di molestie,

attraverso minacce telefoniche, inseguimenti stradali, fischi, aggressioni, intrusioni a casa di mia sorella e rotture di vetri nella mia più volte, la mia

macchina danneggiata in garage”. Infine l’ultimo attacco: “La mia famiglia, i miei genitori sono in pericolo”. In Io sono el Diego (la sua biografia ufficiale) , molti anni

dopo - in prima persona - confermerà che quanto aveva fatto scrivere “era senz’altro vero” e che “chiedevamo protezione per tornare, perché se non c'erano le condizioni di sicurezza non saremmo tornati neanche morti” (sic!). A seguito di queste denunce la Questura partenopea di allora, giustamente indignata,

avrebbe replicato che non gli risultava esservi alcunché di vero e con una nota ufficiale avrebbe fatto notare che l’argentino con le sue accuse “offende una città intera”. Il Corriere della Sera difenderà Napoli da Maradona: “... Napoli compare da ieri sui giornali di tutto il mondo come la sordida città della delinquenza. Un colpo spietato alla città che Maradona dice di amare”.

A Castro, che gli chiedeva se gli piacesse Napoli, avrebbe risposto in sintesi: “Non so...Comandante. I napoletani sono così solo loro si capiscono... non so io per loro sono come un semidio mi paragonano a San Gennaro. glielo dico... devo sopportare non ho altra scelta”. Clamoroso, a nostro parere, anche che al suo

matrimonio a Buenos aires Diego sembra avere invitato solo due giornalisti piemontesi (Minà e Bernandi) ed uno romagnolo (Bartoletti): a quanto pare nessun giornalista napoletano. Perché?! Questi sono gli stralci come li abbiamo ricavati dai libri e dai media. E’ giusto lasciare al pubblico giudizio sia le frasi di amore per Napoli, ben conosciute, sia queste di direzione contraria che invece sembrano misconosciute. Qualcuno potrebbe obiettare che sì sono vere ma dovute al rancore verso Ferlaino poi riversato su Napoli. Questa giustificazione sembra tuttavia non reggere in quanto Diego, pur odiando molto di più dal profondo del cuore Grondona, Presidente della Federazione calcistica argentina, mai espresse giudizi di quel tipo sugli argentini o su Buenos Aires. Sicuramente più contrastato, invece, sembra l’episodio che segue. Il tennista Potito Starace, campano e grandissimo tifoso del Napoli, raccontò di un fatto che sarebbe avvenuto a Febbraio 2008 nei quarti di finale dell’Atp di Buenos Aires: “Sono stato vittima di un brutto episodio, nei quarti di finale, quando ho perso con David Nalbadian. Sugli spalti c’era anche Diego Armando Maradona… [che N.d.A.] ... mi ha riempito di insulti… di cui molti impronunciabili”. Quali? “Mi ha detto napoletano di merda”. Diego negò di aver detto quella espressione e minacciò una querela contro il tennista. Non sappiamo cosa avvenne dopo, se riappacificazione o azioni legali e quindi ci asteniamo dal commentare ma riportiamo solo cosa deduciamo dai media.

Ci preme sottolineare che a noi non interessa giudicare, come fanno tanti, troppi, commentatori, un uomo per le sue contrastate attitudini fuori dal campo non essendo nè moralisti, nè censori di questioni private che devono rimanere tali. Ci interessa invece il profilo pubblico; su quello calcistico nessuno può davvero mettere in dubbio di avere di fronte un extraterrestre del calcio, inclassificabile tra gli umani. Diverso è il nostro giudizio sul suo pensiero su Napoli e i napoletani, su cui si conoscono solo le frasi di amore trite e ritrite, e non quelle sconosciute da noi succitate in stralci tratti da libri su Diego in tutto il mondo. Non abbiamo motivo di credere che chi le ha pubblicate se le sia inventate per cui ci appelliamo, non ai napoletani che saranno già d’accordo con noi, ma ai

singoli borbonici che sono altra cosa: la nostra posizione, come associazione, è stata sempre quella di difendere anche Napoli ed i napoletani da chi li ha messi

in cattiva luce, venendo da fuori della penisola, come ad esempio i Borboni. Ci chiediamo: un borbonista singolo si schiera, ancora una volta, con queste frasi

che avrebbe espresso chi viene da fuori della penisola e non era napoletano, cioè Maradona, o con la città e i napoletani?

Pur con il dovuto rispetto, in primis nostro, che sempre si deve alla Persona del DIOS, purtroppo deceduta, le istituzioni prendano in considerazione, essendo

personaggio pubblico, l’idea di verificare se ritirare la cittadinanza onoraria a Maradona o togliere il nome di Diego Armando Maradona dallo stadio. Noi

proponiamo di intitolare - anche il più grande stadio cittadino - a Giorgio Ascarelli che, solo perchè di religione ebraica, vide purtroppo il suo nome

cancellato dagli antisemiti fascisti mussoliniani. Sarebbe anche un bellissimo gesto verso il mondo ebraico napoletano ed italiano” fa sapere il Presidente

dell'Osservatorio Risorgimentalista Antiborbonico per la Democrazia e la Libertà, Tanio Romano.

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