Standing area al San Paolo inevitabile: rischio dispendio risorse pubbliche a causa di negligenze della SSC Napoli, chiesti 2000 posti liberi

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<i>Standing area</i> al San Paolo inevitabile: rischio dispendio risorse pubbliche a causa di negligenze della SSC Napoli, chiesti 2000 posti <i>liberi</i>

Numerosi tifosi ed abbonati della SSC Napoli si sono rivolti all'Avv. Erich Grimaldi per diffidare il club partenopeo. Sanzioni amministrative, modifiche illeggitime al Regolamento d'uso dello stadio San Paolo, comportamento omissivo degli steward ed omesso confronto tra SLO e tifoseria: questi gli argomenti sul banco. Grimaldi, attraverso una nota, ha approfondito le tematiche e diffidato la SSCN.

Come già raccontato nell'approfodimento precedente, "la presenza effettiva dello SLO della SSCN avrebbe consentito, altresì, prima della sostituzione delle sedute delle curve, installate addirittura fisse, con il contributo della regione Campania, un confronto con la tifoseria organizzata, onde conformarsi, da subito, all’auspicabile reintroduzione delle standing area".

"Il Westfalenstadion del Borussia Dortmund, in particolare, veniva concepito, con la famosa SüdTribune totalmente in versione “standing”, per tutte le partite nazionali, con l’inserimento, nelle competizioni UEFA/FIFA, dei seggiolini, come da regolamenti internazionali.

La predetta soluzione, invero, è quella che si sta delineando nei progetti dei Club europei e che combina, al meglio, la “libertà” del tifoso, con le leggi introdotte, nel calcio, all’inizio degli anni ’90.

Un sistema integrato fra il seggiolino, richiudibile e il sostegno superiore che, installato “a file”, consente ai tifosi di scegliere se restare seduti o alzarsi in piedi e appoggiarsi alla ringhiera metallica (mancorrente) davanti, mantenendo intatti gli standard di sicurezza dell’impianto.

La citata soluzione, altresì, grazie a un meccanismo di bloccaggio interno, se oggetto di confronto con lo SLO e le Autorità, prima della sostituzione delle attuali sedute delle curve del San Paolo, si ripete, installate fisse, avrebbe consentito di mantenere i seggiolini aperti, in occasione delle partite europee, che lo richiedono per regolamento, evitando il calpestio delle sedute, poi, vietato dall’integrato regolamento d’uso del San Paolo.

I cosiddetti “safe standing”, in realtà, esistono di diversi tipi e quelli utilizzati, negli stadi europei, si chiamano rail seat.

Nella fattispecie, come anzidetto, i sediolini sono pieghevoli, incorporati da una ringhiera metallica, alla quale appoggiarsi e si basano sul principio che, ad ogni seduta, corrisponda uno spazio occupato da una sola persona, onde scongiurare l’accalcarsi dei tifosi.

Lo step mancante, dunque, è l’introduzione di una o più zone dello stadio, ufficialmente riconosciute da club e autorità, si auspica con l’intervento dell’amministrazione e del governo, affinché venga concessa ai tifosi la facoltà di scegliere, se stare in piedi o meno durante le gare.

Il D.M. 18/3/1996, come modificato ed integrato dal D.M. 6 giugno 2005, tra le altre cose, regolamentava i posti in piedi negli stadi italiani.

L’art. 6 del citato decreto dispone:

“... sono ammessi posti in piedi negli impianti al chiuso con capienza fino a 500 spettatori ed in quelli all'aperto con capienza fino a 2.000 spettatori. Negli impianti all'aperto contrassegnati nell'allegato con l'asterisco, è consentito prevedere posti in piedi”.

Gli impianti calcistici, però, non si comprende per quale motivo, non venivano  contemplati (con l’asterisco) tra quelli che potessero avere adeguate e conformi standing areas.

È auspicabile, dunque, come già avvenuto nel 2017, per lo stadio Olimpico di Roma, un tavolo di confronto tra la SSCN e gli altri club italiani, con CONI, FIGC, Lega Serie A, Amministrazioni Comunali, Autorità, Ministero competente, Commissione parlamentare Sport e Cultura ed anche club e rappresentanti dei tifosi, onde valutare un’integrazione del citato decreto, nella parte in cui non contempla le standing areas negli stadi, quantomeno, nei settori centrali delle curve, per almeno 2000 posti, garantendo il tifo organizzato, a sostegno della propria squadra e mantenendo, nel contempo, gli standard di sicurezza previsti.

In questo modo, il settore riservato ai cosiddetti posti in piedi potrà  conformarsi alle normative UEFA, che impongono i seggiolini in tutto lo stadio, per le competizioni europee, con l’introduzione di Rail seats, Bolt-on seats o Fold-away seats.

La nuova legislazione, in Inghilterra, ad esempio, prevede che i club possano installare i “rail seats”, in grado di essere bloccati in una posizione prestabilita, che consenta di creare una corsia di scorrimento lungo tutta la fila.

La SSCN, invece, non solo non garantiva un adeguato confronto dello SLO con i propri tifosi, esponendoli, per l’assenza di comunicazioni formali e per l’omessa presenza di adeguati stewards, ad illegittime sanzioni ma, addirittura, non concertava con l’amministrazione, l’installazione programmata di seggiolini pieghevoli (rail seats), in vista della definitiva realizzazione delle standing areas che, inevitabilmente, dovranno essere garantite.

L’omesso confronto di tutte le parti, sul punto, laddove vengano autorizzate le citate standing areas, comporterebbe l’onere economico di una nuova sostituzione dei seggiolini, con l’inevitabile dispendio del danaro pubblico utilizzato per le sedute attualmente installate.

Gli abbonati, per tutto quanto esposto, diffideranno la SSCN e la Questura a non applicare, nei loro confronti, il regolamento d’uso, come modificato, a campionato già iniziato e successivamente alla sottoscrizione degli stessi abbonamenti, con riferimento alle integrazioni che sono state previste, con l’approvazione da parte del G.O.S., atteso che le sanzioni irrogate potrebbero essere, con alta probabilità, annullate dall’autorità giudiziaria, con conseguente danno erariale, che potrebbe configurarsi, per la plausibile condanna alle spese dell’amministrazione.

Gli abbonati, nel contempo, per le ragioni esposte, chiederanno la risoluzione immediata del contratto d’abbonamento e la restituzione delle somme corrisposte, al momento della sottoscrizione, oltre al risarcimento dei danni subiti e subendi.

Gli abbonati, in ogni caso, invitano la SSCN, in uno alla Lega Serie A, a sollecitare chi di competenza, al fine di ottenere un’integrazione del D.M. 18/3/1996, come modificato ed integrato dal D.M. 6 giugno 2005, in ordine alla possibilità di prevedere, all’interno degli stadi, con capienza superiore a 2.000 spettatori, le cd.  “standing areas”, onde garantire la libertà del tifo ed il sostegno alla propria squadra del cuore".

Avv. Erich Grimaldi

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