CdM: "Il Napoli ha perso l'incoscienza di chi non ha nulla da perdere: due spiegazioni plausibili dietro il pari di domenica"

Inseguire il primo posto in classifica aveva posto il Napoli nella condizione ideale per raggiungere la vetta. Una squadra che esprimeva bel gioco, forte di una condizione fisica straordinaria e animata in ogni partita, in casa e fuori, da una buona dose di incoscienza. Una squadra bella e temeraria. Aggressiva, corta e spregiudicata. Il Napoli di Maurizio Sarri, aveva sì rispettato avversari del calibro di Juventus, Inter e Fiorentina, ma non li aveva temuti. Non aveva avuto paura. Col Bologna ma soprattutto con la Roma domenica scorsa, il Napoli aveva continuato ad offrire il suo bel gioco, ma si era fatto condizionare dall’avversario. La sconfitta subita da primo in classifica, quindici giorni fa al Dall’Ara, anche se solo a livello inconscio, aveva suggerito alla squadra un atteggiamento più prudente con la Roma. Troppo rispettoso verso avversari come Dzeko, Salah, Florenzi e Pianijc. Signori giocatori, ma arrivati al San Paolo senza alcuna velleità di spingere sull’acceleratore. E allora, perché non avere lo stesso spregiudicato atteggiamento di un mese fa? Perché farsi prendere dalla paura di prendere gol, nel primo tempo? La filosofia di Sarri ha abituato ad altro, peraltro con un equilibrio difensivo che non desta reoccupazione. La risposta può essere duplice: il Napoli ha perso l’incoscienza di chi non ha più nulla da perdere e dunque pensa troppo e pecca in precisone. Oppure, ed è altrettanto plausibile, la sensazione di non essere più al top dal punto di fista fisico impone maggiore prudenza. Fatto sta che quando la Roma alzava il ritmo, il Napoli la assecondava e in quei frangenti ha avuto le migliori occasioni. Una squadra da scudetto detta la propria legge sempre. Il Napoli lo ha fatto ma solo nel secondo tempo, subendo qualche ripartenza ma senza correre alcun rischio.