Ultimissime notizie Napoli - Gianni Di Marzio ha rilasciato una intervista a Tuttosport: "Quello con Diego è stato un rapporto particolare, diverso da tutti gli altri, compreso Cristiano Ronaldo che proposi alla Juventus nel 2002. Nel 1978 mi trovato in Argentina per assistere alle partite del Mondiale, e chiesi all’autista del taxi se vi fosse qualche giovane interessante. Mi parlò di questo ragazzo che era stato inserito nella lista dei 40 pre-convocati per il Mondiale da Cesar Menotti ma non inserito nella rosa definitiva che poi si aggiudicò la Coppa. Giocava nell’Argentinos Junior, che era una società organizzata in polisportiva, e del calcio si occupava un ingegnere italiano, Settimio Aloisio, originario di Aiello Calabro. Mi conosceva perché era tifoso Catanzaro, che avevo allenato, e organizzò una partita per farmi vedere Maradona. Mi venne a prendere in albergo, solo che Diego non si presentò al campo perché era ancora arrabbiato per l’esclusione dai convocati in Nazionale. Allora andammo fino a casa sua, e quando lo vidi rimasi sconcertato: era piccoletto e con i capelli lunghi, non mi fece una grande impressione. Lo convincemmo a scendere in campo, ma dopo dieci minuti, con la scusa di andare negli spogliatoi, dissi ad Aloisio di farlo subito uscire. Mi erano bastate tre giocate, un’azione in cui dribblò tutti, una sforbiciata e una punizione. Avevo una schiera di giornalisti italiani al seguito, e volevo evitare che quando saremmo tornati in Italia avesse potuto sfuggirmi. Così gli feci firmare i documenti, per una cifra di 220 mila dollari. Nelle due settimane in Argentina siamo stati sempre insieme: Diego veniva in albergo e mi aspettava fuori. Al Napoli avevo costruito una squadra di giovani, e lui ci poteva stare benissimo. Il presidente Ferlaino però non volle prenderlo perché era convinto fossi fissato con i giovani"