Vasco è bello carico. Le prove partenopee di ieri pomeriggio lo hanno visto scatenato, in formissima, questo tour aperto a Trento davanti a 120.000 spettatori lo sta riconciliando con il mondo, e con il mestiere, dopo la cattività forzata della pandemia. Ecco le sue parole riportate da Il Mattino:
«Si torna a Napoli, allo stadio che un tempo si chiamava San Paolo e ora porta il nome di un mito», racconta echeggiando l'ultimo post regalato ai fan: «L'ultima volta che sono stato qui era il 2015, era vietato alla musica da dieci anni, toccò proprio a me riaprirlo al rock, un bell'onore, ho visto che poi è rimasto aperto per artisti di ogni tipo, compreso me, visto che ci ritorno. Fu meraviglioso, lo ricordo bene, quando i napoletani cominciano a cantare insieme con te tu praticamente ti puoi fermare, perché loro cantano da Dio, è bello ascoltarli. Era ancora il San Paolo, adesso lo stadio è intitolato al grande Diego Armando Maradona, il primo nome che mi viene in mente quando vengo a Napoli, a parte il mio amico Pino Daniele. E io, con tutto il rispetto di San Paolo, sono ancora più onorato di suonare qui, ho avuto un grande affetto e una grande stima per Diego: come calciatore e anche come uomo. Sarà una grande serata, Napoli è davvero mille colori e noi proveremo ad aggiungerne qualcuno insieme con voi».