Scarlato: "Vi racconto perché oggi tanti ragazzi preferiscono Benevento a Napoli"

Le Interviste  
Scarlato: Vi racconto perché oggi tanti ragazzi preferiscono Benevento a Napoli

Scarlato sul Napoli

Ultime calcio - Gennaro Scarlato, oggi allenatore del Benevento U17, è intervenuto a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio: "Meglio avere un profilo basso e lavorare senza pressione, che a Napoli ce n'è tanta. Nell'ultimo periodo ci sono stati risultati alternati, ma quello visto ieri e con la Roma lascia ben sperare, può mettere in difficoltà qualsiasi squadra e dire la sua".

Scarlato

Qualche carenza di troppo nelle partite?
"In questo campionato devi avere continuità, sia di prestazioni che di risultati. La partita di ieri non è stata bellissima, senza le giocate inventate da Zielinski, con il Cagliari chiuso, sarebbe scivolata nella noia".

Gattuso non scarica mai le responsabilità.
"Normale che tuteli i calciatori: la vicenda Osimhen sicuramente ti fa venire l'arrabbiatura, perché rientra con il Covid che gli impone un'altra decina di giorni di stop. Slittano così gli obiettivi prefissati sul suo rientro, certo che Gattuso non poteva sapere cosa sarebbe successo quando ha dato il permesso, naturale però che un ragazzo di vent'anni, tornando nel suo paese, festeggi".

Lei ha conosciuto Gasperini a Crotone: si vedeva l'allenatore che sarebbe diventato?
"Sì. A livello tecnico insegna tante cose e fa giocare bene la squadra: con lui non fai fatica, perché ti viene voglia di essere propositivo. Mi dispiace solo che non sia andato bene in una grande squadra come l'Inter: forse va meglio con giovani semi-sconosciuti che hanno bisogno di farsi vedere".

L'Atalanta si sta svincolando da Gomez anche nel gioco.
"Ci sono tanti altri giocatori molto bravi nella fase offensiva. Da fuori non si è capito com'è andata questa vicenda, peccato perché il Papu aveva trovato l'equilibrio giusto per sé e per la squadra. L'Atalanta oggi è bella da vedere anche senza di lui".

La sua collocazione tattica in un'altra squadra potrebbe essere un problema?
"Oggi lo vedrei dietro la punta, magari nel Milan, nella posizione di Calhanoglu, può fare bene perché è difficile da marcare e crea collegamenti tra centrocampo ed attacco. Comunque vada per me è da squadra che gioca col trequartista".

Un bilancio sul mondo giovanile?
"Si è perso quasi un anno, i ragazzi crescono se gli fai giocare le partite. Nell'allenamento non c'è una crescita totale, la partita ti dà situazioni totalmente diverse. Spero che si riesca a riprendere in qualche modo, perché la situazione non sta facendo bene ai giovani".

Ci racconta il Benevento di Vigorito?
"Il presidente è un passionale, e trovarne uno così oggi è raro: gli ultimi simili sono stati forse Ferlaino e Moratti, passione non solo economica. Il Benevento è una società modello per il centro-sud: investe e crede tanto su giovani e strutture, per certi versi si lavora addirittura meglio del Napoli visto che c'è una struttura dedicata agli allenamenti. I miei ragazzi, per esempio, dormono in un convitto: l'organizzazione è ben strutturata, e questo fa capire che mentalità c'è. Mi auguro che il percorso venga velocizzato riuscendo a rimanere in Serie A per qualche anno".

Cosa c'è dietro alla vostra forte identità campana?
"La Campania ha un grande serbatoio e tanti giocatori che potrebbero ambire ad alti livelli. Alcuni si perdono perché non pronti per mentalità, altri magari vanno fuori dalla regione. Il Benevento sta lavorando molto su questi fattori, e tra prima squadra e giovanili ci sono tanti ragazzi beneventani ma anche napoletani. Alcuni preferiscono il Benevento al Napoli... Vero anche che in generale molte famiglie allontanano il proprio figlio dalla regione".

Si aspettava Torino e Fiorentina così in difficoltà?
"No, e che mi ha sorpreso di più è la Fiorentina, perché credevo potesse fare un campionato da medio-alta classifica. Credo che col passare del tempo però si riprenderanno, loro così come il Torino. Però qualcuno poi dovrà retrocedere e spero non sia il Benevento!".

In Serie A la lotta per non retrocedere conterà davvero così tante squadre?
"Sicuramente ce ne saranno molte, poi in un campionato vai a periodi. L'importante è avere equilibrio, sia mentale che di risultati e di prestazioni. Sotto questo aspetto, fino ad oggi, il Benevento ha fatto tutte prestazioni dignitose, tranne forse contro lo Spezia".

L'Italia si sta ringiovanendo a livello di panchine?
"Sì, anche perché il calcio si evolve. La Serie A si sta accorgendo di vari allenatori giovani, propositivo, con idee. Poi è sempre tutto legato ai risultati, vedi Liverani a Parma. I periodi giusti nel corso di un'annata condizionano il percorso di un allenatore".

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