David Ermini, ex parlamentare in due legislature, responsabile giustizia del Pd e vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura. Ma soprattutto David Ermini è amico d'infanzia di Maurizio Sarri, compagno di classe ai tempi della prima elementare. Scuola Raffello Lambruschini di Figline Valdarno, maestro Riccardo Pratellesi. Ermini ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni dell'edizione odierna de Il Mattino. Ecco quanto evidenziato dalla redazione di CalcioNapoli24.it.
"Mi dispiace per voi napoletani ma ci sono molte possibilità che Sarri vada alla Juventus. Ha dimostrato innanzitutto di essere degno dei grandi club, il successo di Baku dell'altra sera è il suo trionfo. Se lo conosco un pochino, credo che la decisione sia questione di ore sempre che non abbia già maturato un'idea definitiva. O resta a Londra o va alla Juventus, non vedo alternative. A Figline questa storia dei bianconeri tiene banco da giorni ma vedo che anche qui se ne parla parecchio".
"È stato sempre un comunista convinto, io più moderato tanto che per scherzare a volte mi dà del democristiano. Gli piace mettersi dalla parte del più debole ma adesso proprio non so È una storia che non fa piacere ai napoletani ma ribadisco la mia sensazione: è molto vicino alla Juventus anche se posso immaginare cosa gli stia passando per la testa in questi momenti. La vittoria in Europa League ha cambiato le carte in tavola, adesso in sede di trattativa con il Chelsea la sua posizione è diventata molto più forte".
Sarri era uno dei più bravi, tra i primi della classe. "Lui era in seconda fila e non dimenticherò mai i suoi quaderni di matematica: stracciava i fogli e disegnava il calcio che aveva in mente. Schemi, formazioni e marcature: il cinque prende il nove, il due va sull'undici, il tre marca il sette. A sei anni aveva già la fissa del calcio. Io ero interista perché la prima volta che sono entrato in uno stadio accadde in un Fiorentina-Inter, vinta dai nerazzurri. Lui ha sempre detto che bisogna tenere per la squadra della città in cui si nasce, lo prendevamo in giro perché era l'unico che faceva il tifo per il Napoli".