Ogbonna: "Atteggiamento superficiale, salvaguardare la nostra salute e quella dei nostri familiari: finalmente si è fermato il calcio"

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Ogbonna: Atteggiamento superficiale, salvaguardare la nostra salute e quella dei nostri familiari: finalmente si è fermato il calcio

News calcio, Ogbonna parla della situazione coronavirus in Premier League

Ultimissime calcio - Angelo Ogbonna parla al Corriere della Sera. Anche la Premier League inglese, nella quale lei è un veterano dei londinesi del West Ham (123 presenze), ha ceduto e sospeso il campionato per la diffusione del coronavirus:

«Sono contento e sollevato che si sia bloccato tutto, anche i campionati minori: sembrava quasi che si volesse ignorare un problema così grave».

Nel calcio inglese c’è una percezione ancora troppo bassa del rischio nonostante le diverse positività ?

«Non è una questione che riguarda il calcio, ma è radicata nella mentalità del Paese: qui non hanno ancora ben chiaro il rischio che porta con sé un virus che si può diffondere in pochi secondi se non ci si comporta in modo corretto».

L’allenatore dell’Arsenal, lo spagnolo Arteta, ieri è risultato positivo e forse nel club ci sono altri casi: almeno la sfida dei Gunners con il City mercoledì è stata rinviata in tempo, non trova?

«Sì, ma non è assolutamente accettabile che quella dell’Arsenal contro di noi, tre giorni prima, invece sia stata giocata: loro erano stati impegnati contro l’Olympiacos e il presidente dei greci era affetto dal virus. Sembra quasi che qualcuno debba morire per poter arrivare a prendere decisioni tempestive».

Come atleti siete stati sottoposti a controlli extra?

«Nessun controllo, per quanto mi riguarda. Un’altra testimonianza di un atteggiamento che è a dir poco superficiale».

Con i suoi compagni si è confrontato?

«Certo, siamo tutti sulla stessa linea. Vogliamo salvaguardare la nostra salute e quella dei nostri familiari. Siamo dei privilegiati, ma siamo umani e coscienti. Noi ci alleniamo e poi torniamo a casa, abbiamo figli, mogli, genitori, parenti: come tutti non sappiamo né chi possiamo contagiare, né da chi possiamo essere contagiati».

Con colleghi e amici in Italia si è tenuto in contatto?

«Sì, sono aggiornato su tutto, per fortuna ho la tv italiana e sono stato molto colpito dalla storia di una donna napoletana quarantenne che non ce l’ha fatta a guarire».

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