Mertens: "Possiamo vincere l'Europa League, dico addio al Napoli solo se mi mandano via. Mi vengono i brividi ascoltando 'Napule è' al San Paolo"

Le Interviste  
Mertens: Possiamo vincere l'Europa League, dico addio al Napoli solo se mi mandano via. Mi vengono i brividi ascoltando 'Napule è' al San Paolo

"Siamo una squadra forte, ci è mancata solo qualche vittoria in più. Penso che questa squadra possa realizzare qualcosa di importante, portando l'Europa League a Napoli".
Lo ha detto Dries Mertens al Guerin Sportivo (nel numero di maggio, appena arrivato nelle edicole) in una lunga intervista realizzata dal collega Massimo D'Alessandro. L'attaccante belga del Napoli ha parlato a cuore aperto del momento degli azzurri, del suo rapporto con Benitez e del feeling con Higuain, della sua infanzia felice a Lovanio ("terra di studenti e birra") e dei suoi progetti. Aspettando il momento opportuno per ricambiare l'affetto dei tifosi, Dries ascolta Pino Daniele e sogna un figlio napoletano. Ecco uno stralcio della lunga intervista concessa al Guerin:

- Il tuo futuro dove sarà? 
Voglio restare a Napoli il più a lungo possibile. Ho altri tre anni di contratto e intendo rispettarli. Possiamo puntare molto in alto. Se loro vogliono mandarmi via… Io a Napoli ci sto benissimo, la maglia azzurra ormai fa parte di me.

- Tu appari all'esterno come una persona serena, sei davvero così? 
"Sono un ottimista. Mi sveglio col sorriso e vado a dormire con il sorriso. Sono contento di ciò che sono e di quello che la vita mi ha dato fino ad ora. La mia famiglia mi ha inculcato questo modo di pensare. Se affronti la giornata con lo spirito giusto, relazionandoti agli altri in maniera spontanea e sincera, questo ti rende una persona positiva. L'essenziale nella vita è guardarsi allo specchio e riuscirsi a dire la verità su cosa è giusto e cosa è sbagliato. Questa chiarezza con me stesso è la chiave del mio benessere".

- Quella dei Mertens è una famiglia di sportivi, intellettuali e creativi.
(Sorride) "Allora sei bene informato. Da mio padre, Herman, ho ereditato la passione per lo sport: da ragazzo, infatti, è stato per cinque volte campione belga di ginnastica a corpo libero. Poi si è dedicato all’insegnamento dell’educazione fisica. Mia madre, Marijke Van Kampen, è “la mente” della famiglia: è docente universitaria di pedagogia e tiene conferenze in giro per il mondo. Io per lo studio non ero granchè portato. Mi limitavo a collezionare sufficienze. I miei pomeriggi erano dedicati al calcio più che ai libri, nonostante ciò sono riuscito a diplomarmi. Ho due fratelli più grandi: Jeroen è autore e conduttore per la televisione belga; Bram aveva un bar nel centro di Loviano ma da un po’ di tempo lavora per me".

- Poi è arrivata Kate Kerkhofs, la tua fidanzata… 
"Suo cugino era un mio compagno di classe alle elementari e la sua scuola era proprio di fianco alla nostra. La incontrai la prima volta quando avevo 11 anni e lei 10. Me ne innamorai subito. Presi una cotta incredibile. Solo qualche anno più tardi, però, al liceo, sono riuscito a conquistarla veramente. Siamo fidanzati da quasi 12 anni e sono innamorato di lei come il primo giorno che l’ho vista".

- Quando vi sposerete? 
"L’estate prossima in un luogo che per il momento preferiamo resti segreto. I preparativi sono già avviatissimi. Desideriamo avere subito un figlio. Mi piacerebbe che nascesse qui in Italia. Un figlio napoletano sarebbe meraviglioso".

- Cosa fa nel tempo libero un calciatore famoso?
"Ascolta parecchia musica rap, ma non ho un cantante o un gruppo preferito. 
Ultimamente, le mie playlist sono piene di canzoni di Pino Daniele. Sono rimasto colpito dalla reazione dei napoletani alla scomparsa di questo grande artista. Quando al San Paolo cantanto tutti in coro prima dell’inizio della partita “Napule è” mi vengono i brividi".

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