Magistrato Guariniello: "Per combattere il doping serve anche la giustizia penale per sequestrare, perquisire e fare intercettazioni"

Le Interviste  
Magistrato Guariniello: Per combattere il doping serve anche la giustizia penale per sequestrare, perquisire e fare intercettazioni

Fra i destinatari del premio “Amico del consumatore 2016”, riconoscimento che ogni anno il Codacons assegna ai soggetti che si sono distinti per l’impegno a favore dei cittadini, vi è stato il noto magistrato Raffaele Guariniello, ex procuratore di Torino noto anche per diverse inchieste relative al mondo del calcio, il quale subito dopo aver ricevuto il premio ha dichiarato: “Nel nostro Paese ci sono tante procure e alcune sono piccole e non in grado di affrontare casi importanti, per questo penso che si dovrebbe istituire una Procura con competenza su tutto il territorio nazionale e legata ai problemi dei cittadini. Una sorta di apparato investigativo per tutelare i consumatori”.

A margine della premiazione news.superscommesse.it ha rivolto a Guariniello alcune domande in esclusiva.

Dopo 18 anni dall’inizio dell’inchiesta sul doping nel calcio, secondo lei questo problema è ancora presente in Italia?
“Diciamo che qualche risultato si è ottenuto, non fosse altro perché è stata approvata un’apposita legge nel 2000 contro il doping. Però dire che i problemi del doping siano stati risolti mi pare molto difficile. Gli esempi che abbiamo talvolta non sono dei migliori (ride, ndr). Poi secondo me bisogna fare molto di più perché siamo uno dei pochissimi paesi al mondo ad avere una buona legge contro il doping però non è che l’applichiamo molto bene. Un po’ come su tante altre materie, le iniziative sono sporadiche e non invece sistematiche: non c’è un disegno organico. Quando mi si chiede se nel calcio c’è ancora il doping, io rispondo che non si può usare solo l’arma dei prelievi e delle analisi di sangue e urina perché quelli lasciano un po’ il tempo che trovano. Ci vuole anche la Giustizia penale e quindi, piaccia o non piaccia, bisogna sequestrare, perquisire e fare intercettazioni telefoniche”.
 
Più in generale, da magistrato, come vede il dibattito pubblico che in queste settimane sta attraversando il Paese sul tema delle Riforme?
“Devo confessare di non avere ancora letto bene e studiato la Riforma costituzionale. Il dibattito è molto noioso e ciascuno non tiene mai conto di quello che dice l’altro. L’unico aspetto che mi ha interessato, visto che mi sto occupando di sicurezza e salute, è quello relativo a eliminare le competenze regionali. Questo è importante perché abbiamo troppi organi di vigilanza disseminati in giro per il Paese: ogni Regione e ogni ASL rischia di essere “autarchica” e questo non va bene perché danno indicazioni contrastanti alle imprese. L’unità di indirizzo è molto importante.”

Ricordiamo che il magistrato Raffaele Guariniello, oggi 75enne, entrò nelle cronache sportive nell’estate 1998 dopo le accuse di Zdenek Zeman sull’abuso di farmaci nel calcio italiano. Egli fu infatti il PM dell’indagine che inizialmente coinvolse Juventus, Parma, Roma e Torino (ma vide indagati i soli club torinesi in quanto erano della giurisdizione di Guariniello): il processo penale finì, in particolare nel caso della Juventus, il 30 marzo 2007 con la sentenza della Corte di Cassazione che confermò con l’assoluzione – sancita nei due gradi di giudizio precedenti. Successivamente Guariniello indagò anche sui numerosi casi di SLA nel mondo del pallone. Da fine 2015 Raffaele Guariniello è in pensione dalla Magistratura ma continua a lavorare avvocato “a fianco dei più deboli”.

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