Dopo l'intervista in esclusiva ai nostri microfoni, Omar El Kaddouri ha parlato anche ai colleghi di Toronews. Ecco un estratto sul razzismo: "Salonicco e Napoli sono due città molto simili, sul mare, con una tifoseria molto calda. Torino e Brescia invece sono più fredde a livello di clima, ma c’era il vantaggio di essere più libero di uscire e andare a cena con la famiglia senza dover fare 200 foto. Dicono che al Nord la gente sia riservata, ma a Torino io ho stretto tantissime amicizie, dentro e fuori dal campo, e mia moglie è ancora innamoratissima della città. Quando vede il Toro in tv mi ripete sempre “che nostalgia…”. Episodi di razzismo veri e propri non me ne sono mai accaduti. Diciamo che in Belgio se la polizia vede due ragazzi biondi e con gli occhi azzurri che camminano per strada a mezzanotte non li nota nemmeno, se vede due marocchini scatta un controllo. Questo da sempre, ma dopo gli attentati è cambiato qualcosa. L’anno scorso quando sono tornato in Belgio sono stato fermato sette o otto volte in un mese dalla polizia. Vedevano un marocchino dentro un fuoristrada di lusso e mi fermavano. Ci convivo con queste situazioni. In Grecia non accade nulla di tutto questo, poi torno in Belgio, vedo queste cose e un po’ mi girano le palle. Ma va beh, dopo quello che è successo, capisco anche il problema della sicurezza. Dipende sempre se il controllo è eseguito in maniera rispettosa o se invece gli agenti passano il limite. Quando succede io non ci sto e glielo dico in faccia. Una volta a Napoli ero in auto con Mertens, guidavo io. Posto di blocco della Stradale, ci fanno accostare. Il poliziotto mi ha chiesto di abbassare il finestrino, non mi aveva riconosciuto. Non ho capito cosa mi avesse detto e ho chiesto di ripetere. Lui e il suo collega si sono messi a urlare “apri la porta, adesso!”. Ho detto di calmarsi, ma non volevano sentire ragioni; poi hanno visto Mertens e hanno immediatamente cambiato atteggiamento. Facevano i simpatici. “Prima non ci avevate riconosciuti e facevate i fenomeni – mi sono sfogato –, adesso invece volete fare le foto con noi. Finite il controllo e lasciateci andare”.