Il Tribunale Federale Nazionale ha smontato il teorema accusatorio della Procura sul caso plusvalenze, che coinvolgeva 59 dirigenti e 11 club. Tra questi anche il Napoli a causa dell’affare Osimhen che coinvolgeva come contropartite Karnezis e tre giovani cresciuti nel vivaio: Manzi, Palmieri e Liguori.
Come riporta Il Corriere del Mezzogiorno:
La Procura Federale aveva chiesto per il Napoli un’ammenda di 329 mila euro, un’inibizione di 11 mesi e 5 giorni per il presidente De Laurentiis, 6 mesi e 10 giorni per il figlio Edoardo, la moglie Jacqueline e la figlia Valentina, 9 mesi e 15 giorni per l’amministratore delegato Andrea Chiavelli. Non c’è un criterio oggettivo che possa stabilire il valore di un calciatore, non ci sono ancora le motivazioni ma la sentenza del Tribunale Nazionale Federale esprime questo concetto.
L’avvocato Grassani ha commentato così il provvedimento:
«Siamo soddisfatti ma non sorpresi, ci aspettavamo il proscioglimento, anche per la specifica situazione del Napoli che, con l’operazione Osimhen, non presentava alcuna criticità nè appariva in linea con gli indici sintomatici delle cosiddette “plusvalenze fittizie” tratteggiati dalla Procura Federale. Il proscioglimento di tutti i deferiti dimostra come il castello accusatorio della stessa Procura Federale, costruito sul metodo di valutazione dei diritti alle prestazioni sportive non sia stato condiviso dal Tribunale Federale e le operazioni di valutazione dei giocatori non possono essere assoggettate ad algoritmi o tabelle comparative».
La sentenza è stata accolta con un sorriso da De Laurentiis, come racconta l’avvocato Grassani:
«Il presidente è sollevato perché, oltre a lui, erano coinvolti tutti gli amministratori della società, molti dei quali suoi familiari, ma certamente non temeva il giudizio forte della trasparenza del suo operato. Mi aspetto l’appello della Procura Federale che, ove proposto, sarà affrontato con tranquillità e nella consapevolezza che prevarrà ancora una volta il vecchio adagio del “male non fare paura non avere».