Felice Gaetano: "Diventai del Napoli dopo 15 minuti di provino. Punto ancora alla A. Bayer Leverkusen e tante italiane su Gianluca. Quanto è strano Lucarelli! Su Benitez, Pandev e Ancelotti..." [ESCLUSIVA]

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Felice Gaetano: Diventai del Napoli dopo 15 minuti di provino. Punto ancora alla A. Bayer Leverkusen e tante italiane su Gianluca. Quanto è strano Lucarelli! Su Benitez, Pandev e Ancelotti... [ESCLUSIVA]

Felice Gaetano, centrocampista della Mariglianese ed ex Napoli, si racconta a CalcioNapoli24.it. Dagli albori con la maglia azzurra alle ultime esperienze poco convincenti...

“Già quando ero a scuola calcio mi dissero che ero un potenziale calciatore professionista”. Si presenta così Felice Gaetano, centrocampista della Mariglianese, club di Eccellenza. Cresciuto nelle giovanili del Napoli fino a provare l'emozione di stare in prima squadra con Rafa Benitez: “Con una tranquillità enorme mi chiamò e mi disse che sarei partito con loro”. Era uno dei fiori all'occhiello del settore giovanile azzurro quando una serie di infortuni ha ostacolato la sua carriera professionistica: “Ma spero sempre di arrivare in Serie A”. Suo fratello, Gianluca, è di proprietà del Napoli, ma in prestito alla Cremonese e Felice, in esclusiva a CalcioNapoli24.it, confessa: “Piaceva al Bayer Leverkusen, ma anche in Italia. Juve? Diciamo che non c'è squadra che non lo prenderebbe”.

Possiamo dire che la tua Primavera, quella del 2012 con Saurini in panchina, è stata tra le più forti degli ultimi anni? “Sì, assolutamente. Insieme al gruppo dei '94, la mia fu una delle Primavera più forti che ci sia stata a Napoli”. 

Che allenatore è Gianpaolo Saurini? “Ci aiutava molto a livello umano, ma anche sportivo e calcistico. Era uno a cui piaceva molto vincere la partita, lui lavorava molto sulla fase offensiva. Poca, pochissima tattica, pr lui l'importante era solo far goal”.

Gianpaolo Saurini, ex allenatore della Primavera del Napoli.

Sei nato per indossare la maglia numero 10, col tempo il tuo ruolo è cambiato? “Ultimamente il 10 gioca o dietro le punte o sull'esterno ed è rimasto quello il mio ruolo. Durante le esperienze fatte nelle serie minori ho imparato anche a giocare davanti la difesa. Ho imparato a recuperare il pallone, anche se da piccolo, ai tempi di mister Sorano, giocavo proprio lì, davanti la difesa con Palmiero e Romano. Quando arrivò Nicola Liguori a Napoli il centrocampo cambiò, lui voleva una linea più mobile e sci scambiavamo spesso posizione. Ho concluso con Saurini giocando o come esterno o come punta centrale”. 

Felice Gaetano ai tempi del Napoli. 

Romano, Palmiero, Tutino, Novothny e Contini. Da questi tuoi ex compagni ti saresti aspettato qualcosa di più in carriera? “Con Novothny ci ho giocato solo un anno, per il resto giocano tutti tra i professionisti. Mi aspettavo qualcosa di più da Romano onestamente, ma è stato sfortunato. Due anni fa è stato il simbolo della Casertana, quest'anno ha faticato a trovare squadra, ma si tratta solo di sfortuna. Il calcio sta cambiando molto purtroppo”.  

Antonio Romano in un Cesena-Napoli

C’era qualcuno che guardavi in allenamento e pensavi ‘diventerà un fenomeno’? “Non mi è mai accaduto, forse Roberto Insigne mi dava questa sensazione. Era pronto a livello di personalità, cosa che non ha avuto Tutino. Da piccolo Genny era un giocatore normale, poi crescendo è diventato esplosivo. E' cresciuto gradualmente a differenza di Roberto che faceva già vedere da subito le sue qualità indiscusse”. 

Roberto Insigne con la maglia del Napoli. 

Hai mai avuto qualche approccio con Aurelio De Laurentiis? “Mai”. 

E con Edo? “No, forse qualche volta ci siamo solo salutati”. 

Tutti sanno che il Napoli investe molto poco nel settore giovanile. L’episodio che più ti ha sconvolto dal punto di vista organizzativo. Cosa manca al Napoli? “Tanti episodi che ricordo purtroppo, ma c'è una cosa che il Napoli deve correggere prima di tutto. Deve fare strutture adeguate al settore giovanile, ho giocato la Youth League e ci sfidavamo con squadre forti di livello internazionale. Una squadra così deve avere un impianto sportivo di qualità e credo che prima o poi arriverà. L'Atalanta, la Juve e la Fiorentina devono essere prese da esempio. Decide sempre e solo De Laurentiis, ma forse ha i suoi buoni motivi per non investire nel settore giovanile. Anche se gli direi che le plusvalenze si possono fare anche crescendoli in casa i buoni giocatori”.

Durante il tuo percorso nelle giovanili del Napoli hai mai avuto contatti con altri top club? “Sì, a 14 anni stavo passando alla Roma, ma tenevo troppo al Napoli e parlando con agenti vecchi  decisi di restare qui e non andai più a Roma”. 

Felice Gaetano alle prime esperienze col Napoli. 

Nell’agosto del 2013 arriva la convocazione in Prima Squadra grazie a Rafa Benitez. L’aneddoto che più ricordi su questo allenatore. “Voleva sempre che giocassimo palla a terra, un po' come fa Sarri oggi. L'idea di calcio spettacolo, a Napoli, l'ha lanciata Benitez. Poi dopo Sarri. Mi sconvolse lo spagnolo quando mi convocò in prima squadra, mi chiamò e mi disse della convocazione con una tranquillità incredibile. Un po' mi tremarono le gambe, devo ammetterlo”.

Felice Gaetano e la maglia della prima squadra del Napoli. 

Lavezzi, Hamsik, Cavani. Quante volte ti sei allenato con loro. Che persone sono? “Ricordo Pandev e la sua simpatia, faceva divertire sempre tutti. Lui e Lorenzo Insigne erano i più scherzosi. Hamsik è un calciatore di personalità e di umiltà. Secondo me è un fenomeno e non era facile mantenere i piedi per terra in una piazza come Napoli. Se leggi i nomi dei membri di staff tecnico e medico della prima squadra del Napoli di oggi vedi che sono gli stessi che c'erano quando io stavo in Primavera. Mi sento ancora con loro, specie con il dottor De Luca. Poi sento spesso anche Lorenzo Insigne...” 

Se potessi tornare indietro nel tempo c’è qualcosa che non rifaresti? “Ho fatto diversi errori, forse sarei stato di più a sentire la mia famiglia e non certe persone che mi giravano intorno”. 

Felice Gaetano ai tempi del Napoli. 

Chi è il tuo padre calcistico? “La mia scuola calcio di Casamarciano. Già qui mi dicevano che sarei potuto essere un potenziale calciatore, ma quando ho indossato la maglia del Napoli ho detto grazie a Maresca e Sorano. Feci il provino, giocai 15 minuti e mi tolsero dal campo. Pensai che non mi presero, invece li colpì e diventai un calciatore del Napoli”. 

L’emozione più grande provata con la maglia del Napoli? “Al goal di Gennaro Tutino contro la Juventus in finale di Coppa Italia”. 

Gennaro Tutino con la maglia del Napoli,

Il tuo più grande amico nel mondo del calcio? “Abbiamo ancora un gruppo Whatsapp con tutti i miei ex compagni della Primavera del Napoli, sono in contatto con loro da sempre”. 

Pensavi di fare una carriera più importante? Cosa non ti ha permesso di sfondare nel calcio? “In verità sì, purtroppo mi sono infortunato spesso e non sono riuscito ad avere continuità. Avere tre o quattro infortuni a 24 anni vuol dire restar fermi per parecchio tempo. L'anno scorso ho fatto 4 presenze in D col Nola e il fatto che, dopo tutto, stia giocando vuol dire che ho la testa giusta per non mollare”.

Nel 2016 l' esperienza in prestito col Messina, in Lega Pro. “Messina è come Napoli, ci sono molti problemi come a Napoli. Il tifo è molto forte, però è stata un'esperienza disastrosa perchè la società saltò e feci poche presenze”.

C'era Cristiano Lucarelli in panchina. Che allenatore è? “E' uno che guarda ai fatti suoi e basta, non pensa ai giovani e non pensa al gruppo. Guarda solo le sue idee e non dà chance a chi gioca meno. Ricordo che appena finiva la partita tornava a Livorno. Spesso chiedevo conforto alle persone che gli stavano vicino, chiedevo come mai non giocassi, ma non mi davano spiegazioni. Poi divideva la squadra in due gruppi quando facevamo allenamento, uno si allenava alle 15.30 ed era quello dei titolari e alle 16.30 le riserve. Poi faceva le rivolte coi tifosi, ci andava a parlare di persona, faceva tante cose strane”. 

Che si prova a vedere che tuo fratello gioca in B? “E' un'emozione indescrivibile, ma anche quando esordì in A fu bellissimo”.

C'è mai stata competizione tra voi? “Ci aiutiamo molto, io do consigli e lui e lui li dà a me. Siamo molto uniti”.

E’ vero che in passato ci furono interessamenti di grandi squadre europee per lui? “Sì, vero. C'era il Bayer Leverkusen e tante altre squadre italiane da ciò che ne sappia io. Juve? Chi è che non vorrebbe uno come mio fratello?”.

Felice e Gianluca Gaetano. 

Che ti ha detto di Ancelotti? Si aspettava qualcosa di più? “L'ha sorpreso tanto, è stato come un padre, l'ha accompagnato con la manina. Lui gli è stato molto di aiuto e Gianluca si confrontava molto anche con Davide. Gianluca voleva giocare, si sentiva pronto ed era preso dall'euforia e sperava di poter dimostrare cosa sa fare. Da buon napoletano voleva salvare la sua squadra dal periodo negativo, ma Ancelotti per non bruciarlo e per dargli il giusto spazio, ha preferito tenerlo fuori. Il fatto che il Napoli quest'anno sia andato male ha influito no poco sul percorso di Gianluca”. 

L'esordio di Gianluca Gaetano in Champions League. 

Qual è il suo vero ruolo? “E' un fantasista, non ha ruolo. Deve giocare in attacco, deve stare nella posizione per far vincere le partite. E' un numero 10 e può cacciarti la giocata dal cilindro, è uno che risolve le gare”.

Il suo futuro? “Deve partire col Napoli in ritiro, sperando che passi questo tragico momento, e poi vedere se Gattuso lo terrà in considerazione o meno. Sono tutte stupidaggini quelle relative alle presenze assicurate da Ancelotti”.

Come dice di Cremona? “A Cremona mi ha detto che sono tutti grandi, tutti hanno famiglia e pensano ad altre cose. Lì c'è stato pochissimo in libertà, ha avuto poco tempo per fare amicizia. E' molto amico di Zortea, ex Atalanta. Si trovano bene insieme”. 

La presentazione di Gianluca Gaetano con la Cremonese. 

Come ti trovi alla Mariglianese? “E' stata una delle scelte più azzeccate che abbia fatto in questi anni, sto bene e mi fanno sentire un giocatore importante. Li ringrazio per la possibilità che ho avuto, ero fermo da due anni e mi hanno rimesso in carreggiata. Hanno anche un progetto importante che ho già sposato. Ne approfitto per salutare tutti”.

Felice Gaetano, centrocampista della Mariglianese. 

Hai mai pensato di smettere col calcio? “Mai, è l'unica cosa che so fare (scherza ndr). E' l'unica strada che può aiutarmi ad aprire altre strade”. 

I tuoi progetti per il futuro? “Sicuramente cercherò di arrivare alla Serie A, ma ho bisogno di qualcuno che mi stia vicino che mi dia una spinta e che mi apra delle porte importanti”.

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