Stadio nuovo, centro sportivo e Conte nuovo allenatore Napoli: è asciuto pazzo 'o padrone?

Editoriale fonte : Vincenzo Imperatore
Stadio nuovo, centro sportivo e Conte nuovo allenatore Napoli: è asciuto pazzo 'o padrone?

Ultimissime Napoli, De Laurentiis prepara il colpo di scena?

Stadio nuovo, Centro Sportivo per il settore giovanile, ingaggio di Conte come allenatore, squadra competitiva: a naso un investimento complessivo di almeno 300 milioni di euro!

E’ asciuto pazzo ‘o patrone? E’ impazzito il padrone?  Sembrano effettivamente investimenti sproporzionati rispetto al modello di business del Napoli degli ultimi venti anni la cui essenza risiede nel modo in cui l’impresa fornisce valore ai clienti, invoglia i clienti a pagare per il valore creato e converte tali pagamenti in profitto.

In sostanza il modello di business rappresenta l’architettura organizzativa e finanziaria di un’impresa. Non si tratta di un foglio di calcolo o uno specifico modello informatico sebbene un modello di business possa essere incorporato in un business plan o in un conto economico. La nozione si riferisce a un modello concettuale, piuttosto che applicativo, che delinea la logica aziendale seguita al fine di creare valore per il mercato. In parole semplici, il modello finora vincente, così come raccontato nel libro “A scuola da De Laurentiis – L’efficienza di un modello innovativo” (Ultra Edizioni), si basa su una struttura organizzativa piatta, semplice (quasi liquida), composta da pochi ruoli chiave (un ottimo allenatore, un buon direttore sportivo per l’area tecnica) che, operando in contesto socio-economico alquanto depresso e tenendo conto di una capacità di investimento della proprietà non illimitata (secondo l’ultima rilevazione di Forbes, De Laurentiis non è nei primi 100 ricchi del nostro paese), si è basato essenzialmente sul player trading e sulla valorizzazione del brand ed ha creato tanto valore se si pensa che oggi il Napoli in 20 anni è passato da una consistenza di 30 milioni di euro (fallimento 2004) a una valutazione minima di circa 600 milioni di euro.

Ma il modello di business si può anche cambiare? Certo. E quello prospettato è uno scenario che qualsiasi imprenditore avveduto immagina sempre in relazione al rapporto rischio-rendimento dell’investimento

C’è un’equazione in finanza, una formula semplicissima, comprensibile anche per un bambino, che tutti dovrebbero conoscere per evitare spiacevoli sorprese: alto rischio = alto rendimento, basso rischio = basso rendimento. Tenetela a mente.

Perché “Rischio zero = alto rendimento” è una funzione che non esiste, o almeno non esiste al di fuori del campo della stupidità finanziaria. Ed Aurelio De Laurentiis è un imprenditore con i piedi ben piantati per terra che conosce benissimo l’equazione basica.

Se, pertanto, ha intenzione di rischiare tanto, allora è anche consapevole di affrontare l’alea per tentare di portare a casa un elevatissimo rendimento. 

Che potrebbe realizzarsi con la seguente catena logica: ritorno al successo sportivo immediato, ulteriore rivalutazione del brand, crescita del valore patrimoniale della società e ……..vendita nel giro di tre/quattro anni (scadenza della proroga della multiproprietà Napoli – Bari) per realizzare il massimo guadagno possibile!

Scenario inverosimile? Spero di sì perché, nonostante delle scelte strategiche talvolta sbagliate (come quelle di questo anno), continuo a difendere il modello di business finora adottato che è stato efficiente e sostenibile nel lungo termine. 

E a me non è mai piaciuto il detto “meglio vivere un giorno da leone che cento anni da pecora”

a cura di Vincenzo Imperatore 

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