di Dino Viola
Dire che lo Spezia ha vinto meritatamente è una autentica sciocchezza. Dire che il Napoli meritava di vincere lo è un po' meno, ma sempre sciocchezza resta. Le lacune della strategia adottata dal Napoli per avere la meglio di uno Spezia guidato da un allenatore più esonerato che confermato, non sono da sottovalutare. Non ha pagato la scelta del piccoletto Mertens davanti al pullman ligure che concedeva solo cross dal fondo. E non ha pagato la decisione di tenere fuori l'uomo del momento, l'incursore che forse avrebbe creato un po' più di sorpresa rispetto al prevedibile Lozano, ovvero Elmas.
La dea della fortuna è bendata ma la sfortuna ci vede benissimo: così dopo che in molti si sono prodigati ad esaltare la prestazione di Juan Jesus su Ibra che gioca da fermo, con questo banale autogol adesso dovranno rivedere il loro metro di giudizio. Poi la traversa di Elmas e giusto un paio di colpi interventi di Provedel (ma nulla che lo porti in Nazionale) inducono un po' tutti a fare spallucce: doveva andare così.
Quando Politano ha fatto il diavolo in quattro su quella fascia offrendo almeno tre palle d'oro al centro dell'area e non sono state sfruttate, in quelle occasioni con onestà c'è da ammettere che la vittoria non era poi così meritata. La conferma arriva ripensando ad un impreciso Anguissa, al sempre macchinoso Petagna e quella maledetta palla calciata da Lozano a porta vuota e salvata da Erlic: il messicano ha tanti pregi ma è manchevole di 'cazzimma'.
E dopo queste considerazioni a caldo, che siate d'accordo o meno, possiamo dirlo francamente: il Napoli è in calo, da qui non si sfugge. Presi 0 punti su 6 con Empoli e Spezia; terza sconfitta consecutiva in casa e per non farla tragica, meglio non guardare di quanto e con chi si è ridotta la distanza dal quinto posto in classifica. In questo rush finale si è sciupato parte (e ripeto, parte) del grande lavoro fatto sin qui, peccato. C'è tempo, uomini e mezzi per dare una sterzata alla piega che si sta prendendo. La fiducia anche.