"Palla scesa e pisello a destra". Strabordante, senza limiti: De Laurentiis è (anche) questo

Editoriale  
Palla scesa e pisello a destra. Strabordante, senza limiti: De Laurentiis è (anche) questo

Aurelio De Laurentiis non lascia mai insoddisfatti

di Claudio Russo (@claudioruss)

Più effervescente della Coca-Cola quando inserisci una Mentos al suo interno, più esplosiva dello champagne dei piloti di Formula 1 al termine dei Gran Premi. Tutto si può dire, ma non che Aurelio De Laurentiis sia banale nelle sue dichiarazioni. Fuori dalle righe, oltre ogni schema, un vulcano inesauribile di titoli. Con il presidente del Napoli - palla scesa o meno oppure pisello a destra o a sinistra -, non ci si annoia mai.

Premesso che la banalità delle domande dei colleghi spesso può coincidere anche con l’interlocutore che si ha di fronte, soprattutto in caso di domande che possono essere gradite o meno, l’intervento del patron azzurro in quel di Asti - a scoppio ritardato di qualche giorno -, raccoglie al suo interno una sequela di dichiarazioni che lasciano il tempo che trovano e di frasi che contengono al loro interno verità da cui non si può scappare.

I complimenti sui giocatori impegnati all’Europeo

“Se continuano così, mi chiederanno l’aumento. Speriamo che pesino un po’ di meno sull’economia della Nazionale”

Insigne in scadenza nel 2022, Fabian nel 2023. Sono loro i due casi più spinosi, dai destini alterni: con un grande Europeo, Insigne avrebbe maggior potere contrattuale, Fabian potrebbe raccogliere quelle offerte che De Laurentiis, tutto sommato, si attende per dare il via libera alle cessioni. Peggiore sarà il loro Europeo, più potere avrà De Laurentiis nella trattativa con il capitano e nell’eventuale ripresa dei colloqui con l’entourage dello spagnolo.

L’essere favorevole alla Superlega, in altri termini

“Ho sempre detto ad Agnelli che stava sbagliando con la Superlega perché loro volevano diventare gli attori principali del sistema, ma invece democraticamente bisogna lasciare la porta aperta a tutti. Dobbiamo stabilire un’altra competizione togliendola alla UEFA, tenendo la UEFA come segretariato generale, dando noi alla UEFA un x% sulle revenues e non facendoci pagare noi dalla UEFA

De Laurentiis non si era mai esposto pubblicamente sul progetto Superlega, lo ha fatto avallando parzialmente un progetto del quale vorrebbe sì farne parte, ma senza averne la garanzia (d’altronde il Napoli non era tra le 12 firmatarie, Florentino Perez l’aveva citato come possibile invitato annuale). Il discorso sulla UEFA non è nuovo, più volte è stato affrontato in questi anni. Però quantomeno adesso c’è chiarezza da parte di De Laurentiis sull’essere favorevole o meno ad una Superlega, in versione ADL.

De Laurentiis oltre ogni limite stilistico

Quando parla De Laurentiis, soprattutto quando lo fa per un minutaggio notevole, lo scivolone è dietro l’angolo. Il discorso sulla politica, un ambiente che gli interessa a patto che non venga coinvolto direttamente, intriga fino a quando non sfocia nell’aspetto storico. Sono altre le dichiarazioni che si lasciano leggere.

  • Curioso quello sulla scorta (“Quando sono a Napoli da solo mi rifiuto, mi sento un uomo libero anche se qualcuno mi scrive ti uccidiamo, sei una merda perché magari l’ho fatto arrestare. Con me il compromesso non esisterà mai”)
  • Divertente l’interpretazione a modo suo del ruolo dello storiografo (“Non voglio diventare borbonico ma Cavour è stato un gran paraculo a mandare Garibaldi a fare manfrina con la mafia in Sicilia per poter fare l’Italia unita”)
  • Strabordante quello sui sindaci (“Se io fossi un politico comincerei a levare i sindaci dalle città […] se si danno 9mila euro lordi al mese a una persona, quella ruba o sta lì per fare la carriera politica a Roma”)
  • Nostalgico quando ricorda il papà (“Era molto amico dei russi all’epoca di Kruscev. Diceva sempre: tu Aurelio sei un guerriero. Io dicevo sì, mi piacerebbe essere un cavaliere della tavola rotonda […] Ho avuto due mentori: uno è l’umiltà, l’’altro mio padre”)

E poi il gran finale: nell’assegnazione dei diritti televisivi è compresa anche la possibilità di avere una telecamera negli spogliatoi prima della partita. Fa parte di un pacchetto che viene accettato dalle società di Serie A, tra cui il Napoli di De Laurentiis, e che vale una fetta immensa degli introiti delle squadre. Proprio alla fine, nell’ultima risposta di un proclama che andrebbe riproposto in loop - stiamo parlando comunque di una degli interventi più belli degli ultimi anni -, arriva la chiosa border-line.

“Ti pare che mentre un calciatore sta nello spogliatoio a concentrarsi, c’è Manolas che dice le sue preghiere, bacia i santini, un altro con le mani giunte verso il cielo, chi ha la palla scesa, il pisello a destra, arrivano loro con le telecamere e dicono di avere il contratto con Sky?”

L’avrebbe potuto dire solo De Laurentiis che, dopotutto, riesce sempre a far sorridere. Sorge però una domanda: la scena della palla scesa e del pisello a destra entrerà a far parte della terza stagione della serie televisiva, quella in cui ci saranno 150 calciatori intervistati e la storia del Napoli, con le partite e ciò che c'è stato dietro, in 10 puntate? Attendiamo fiduciosi. Nel frattempo, lunga vita al presidente: questi tempi dettati e condizionati dal Covid si combattono anche con le risate.

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