In un mercato degli allenatori più vibrante che mai, con le panchine di mezza Serie A in bilico ed una crisi economica che ha portato alla risoluzione contrattuale della guida della squadra campione d’Italia, il Napoli non si è sottratto al circo. Senza Champions League le velleità di arrivare ad Allegri si erano affievolite, e per De Laurentiis resterà un sogno.
Messa da parte la figura barbina relativa a Sergio Conceicao, con tanto di esposizione pubblica da parte del Corriere dello Sport, mandato un messaggino di complimenti a Christophe Galtier ed essersi esposto pubblicamente e a viva voce - in inglese ed in italiano, non ci facciamo mancare niente -, il padre padrone del Napoli Aurelio De Laurentiis ha virato su un nome come Spalletti, già contattato a gennaio dopo la burrasca di Verona, quando decise che l’era Gattuso sarebbe finita e l’ormai allenatore della Fiorentina non avrebbe avuto più alcun supporto pubblico se non per via social. Un allenatore scelto in prima persona, senza avvalersi della collaborazione dell’area tecnica in società.
L’eventuale firma di Luciano Spalletti assicurerebbe al Napoli un allenatore dalla comprovata esperienza nazionale ed internazionale, comporterebbe continuità tattica nel solco del 4-2-3-1 ma con dettami diversi da quelli di Gattuso. Preparatissimo, ma dotato anche di una personalità forte che potrebbe garantire - mediaticamente - titoli a ripetizione ed una esposizione continua, altro che l’antipatico silenzio stampa. Verrà il momento del rapporto con lo spogliatoio, fino a qualche settimana fa non troppo esaltato all’idea Spalletti perchè legatissimo a Gattuso. E l'impatto con la piazza, ormai nell'ultimo decennio legata più ad un tipo di allenatore più verace che altro.
Verranno alla mente i precedenti di Totti ed Icardi tra Roma e Inter, situazioni diverse - guidate dalla società - ma affrontate col piglio dei duri, con quei tratti caratteriali estremizzati dalle serie televisive ma proprie di un allenatore con una personalità ben definita come Spalletti. Magari uno spogliatoio come quello del Napoli, dotato tecnicamente ma non propriamente dal punto di vista della tenuta mentale, potrebbe giovarne molto. Oppure autodistruggersi. La mano di Spalletti, se sarà la sua, potrà essere piuma o potrà essere ferro. Si dice così, no?