Prima si protesta, poi si acquista. Quando si fidelizza?

Editoriale  
Prima si protesta, poi si acquista. Quando si fidelizza?

Nel primo giorno di vendita libera, i biglietti per Napoli-Barcellona sono andati a ruba. A prescindere dalle proteste per i prezzi mai così alti

La visione imprenditoriale, nel breve termine, ha un suo senso. Ma quando si parla di fidelizzazione del tifoso, non è detto che vada sempre bene. Nel caso del Napoli, in fin dei conti, è così. Sulla carta sarebbe più utile avere cinquanta spettatori oggi per averne poi cento domani, eppure la realtà dice che l’evento singolo ha una certa preponderanza rispetto al lungo periodo: si preferisce avere cento spettatori oggi per l’evento, senza avere la certezza di averne duecento nei prossimi mesi. Anzi, c’è la garanzia di averne forse cinquanta.

Alla fine contano i numeri, e le medie spettatori del Napoli sono sotto gli occhi di tutti: escludendo la stagione scorsa, i 31.149 spettatori di media delle prime undici partite di Serie A rappresentano il secondo peggior dato da quando il Napoli è tornato nella massima serie. Il tifoso fidelizzato finisce per allontanarsi, al netto delle iniziative promosse dalla società (contro il Barcellona zero sconti per gli abbonati se non il diritto di prelazione, ed in aleggato il prezzo ridotto ma per un’altra partita - contro l’Inter nella semifinale di Coppa Italia).

Chi credeva davvero in un San Paolo vuoto?

Visti i prezzi, il Napoli viaggia verso un possibile incasso record (col Real Madrid nel 2017 gli spettatori furono 56.695 e l’incasso fu di 4.484.302 euro: dopo il restyling delle Universiadi, gli effettivi posti a sedere sono diminuiti). Strano, perchè al momento della pubblicazione dei prezzi sul sito ufficiale - dalle Curve a 70 euro alla tribuna Posillipo a quota 250 - sui social si era assistito ad una levata di scudi enorme.

Comprensibile e rispettabile ogni posizione: da quella dei membri dei gruppi organizzati che negli ultimi mesi non sono entrati a causa delle enormi restrizioni dovute al regolamento d’uso, a quelle del semplice tifoso che ha poco apprezzato le scelte tecniche del fu Ancelotti tanto quanto le uscite mediatiche di De Laurentiis. Una posizione netta, ok, che a leggere i social avrebbe dovuto prevedere un San Paolo vuoto contro il Barcellona. Ma chi ci avrebbe creduto, in fin dei conti?

Fidelizzazione sì, ma dove?

Le vittorie contro Lazio, Juventus e Sampdoria hanno riacceso l’entusiasmo per la stagione corrente, la presenza di Leo Messi - tra le ultime grande star del calcio mondiale a non aver calcato il terreno di gioco del San Paolo - ha fatto il resto. In nemmeno un giorno è stato polverizzato più di mezzo San Paolo in tagliandi, e non è da escludere che ci sia, tra chi sta accarezzando il prezioso tagliando - vedere Messi in città? Impossibile perderselo -, qualcuno di quelli che si era comprensibilmente incazzato alla lettura dei prezzi. Come a dire: prima si protesta, poi si acquista.

Il Napoli, lo dimostreranno i dati, riterrà di avuto ragione a chiedere certe cifre - fuori logica, se pensiamo ai servizi offerti nei vari settori. Il problema sarà capire se poi questi rimarranno spettatori fidelizzati, e quindi torneranno a far crescere il numero di spettatori medi per le partite anche non di cartello, oppure rimarranno clienti appassionati al singolo evento (in questo caso, si va allo stadio per vedere Messi e poi la partita). Liberi di scegliere di andare o non andare a vedere il Napoli. Dovessero rimanere a casa, quella del club rimarrà una vittoria economica soltanto nell'immediato: una volta andrò io, una volta andrai tu, una volta andrà un terzo. Poi i fidelizzati allo stadio, numeri alla mano, diminuiscono e non è sempre facile riconquistarli.

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