Un’idea che non può non essere confermata, che piaccia o meno: lo ripetiamo a distanza di mesi, Arkadiusz Milik è l'attaccante ideale per il Napoli che punta a confermare il secondo posto in classifica e ad andare quanto più avanti possibile in Europa. Esitiamo a gettare la spugna sul fatto che possa diventare un bomber di livello internazionale, anche se la tentazione è enorme dopo certe chance sprecate che fanno trasparire poca cattiveria.
La stagione di Arek è iniziata a rilento: problemi fisici, errori sotto porta, qualche critica giusta e qualche altra un po’ esagerata. Fin quando sarà un calciatore del Napoli, Arkadiusz Milik avrà un alibi di ferro: i due infortuni gravi che lo hanno fermato e - di fatto - bloccato la crescita. Un limbo di qualità, senza dubbio: il secondo gol di ieri, per un calciatore alto quasi un metro e novanta, richiede certe doti ed una certa mobilità. Non tutti l’avrebbero fatto, ed in vista della delicata trasferta di Champions League a Salisburgo la candidatura del polacco per una maglia da titolare non può che avere una sua autorevolezza.
Detto ciò, i numeri certificano una qualsiasi specie di efficacia: un gol ogni 133,6 minuti (123 in Serie A). Preso singolarmente, è un dato ottimale (Mertens, da quando Sarri lo spostò da punta nel 2016, è a un gol ogni 133,7 minuti). Poi uno torna con la mente a certi errori, all’ormai quasi perenne insoddisfazione di chi vorrebbe vedere altri al centro dell’attacco e si rivolge alla società. Eppure De Laurentiis ed Ancelotti sono stati chiari più volte: è Arek il centravanti del Napoli. L’attaccante ideale per chi lotta ma, in fin dei conti, punta a confermare il secondo posto in classifica e ad andare quanto più avanti possibile in Europa, piaccia o meno. In fondo anche Cavani e Higuain avevano certe medie minuti/gol segnati: 111 per il Matador, 120,7 per il Pipita.