Ma voi ve la ricordate la formazione di Italia-Svezia 0-0? Era un 3-5-2, così composto:
Era il 2017, era l'esordio in Nazionale (acclamato da tutte le parti) di Jorginho. Finì 0-0 e non ci qualificammo all'ultimo Mondiale. All'andata c'era De Rossi al posto di Jorginho, lo stesso De Rossi che acclamava l'ingresso in campo di Lorenzo Insigne chiedendolo a gran voce a Ventura. L'attuale 10 dell'Italia in quella doppia sfida alla Svezia giocò solo i 15' finali della gara d'andata.
Son passati meno di quattro anni, son cresciuti tantissimo Lorenzo Insigne e Jorginho che all'epoca erano entrambi vestiti d'azzurro Napoli. Ma il CT Mancini non ha fatto altro che rimettere la chiesa al centro del villaggio, per usare una frase tanto utilizzata nel mondo del calcio. Un'Italia che entusiasma, fa sognare, ma soprattutto che diverte. Che sa anche soffrire e che sa arroccarsi e difendere bassa, ma questa è una mentalità insita nei calciatori italiani.
La vera rivoluzione di Roberto Mancini è stata puntare su alcuni giovani e su altri non più giovanissimi ma che avevan dato troppo poco alla Nazionale negli anni precedenti, ma soprattutto tornare alla semplicità: un pulito 4-3-3 senza follie e tatticismi folli. Un 4-3-3 con un terzino che spinge e uno bravo in copertura, con un regista che aveva portato il Napoli ad un passo dallo scudetto con le sue geometrie e palleggio; un campione vero come mezz'ala (menzione speciale per Barella, fuoriclasse: peccato abbia rifiutato l'offerta azzurra). Due esterni d'attacco esplosivi, forti tecnicamente, con tanta fame e bravi a muoversi sulla linea difensiva degli avversari. E infine, un portiere spesso chiamato in causa con i piedi.
Insomma, ci stiamo esaltando ed entusiasmando per il ritorno alla semplicità, dopo anni di professori che in Italia han fatto scelte inspiegabil, esclusioni inspiegabili.
E poi, per la prima volta, c'è un gruppo Napoli, che piaccia o no alla stampa che vive e lavora lontana dalla Campania:
Tre calciatori dal carattere molto diverso, ma che han saputo farsi spazio nel gruppo della Nazionale e han portato la loro mentalità, energia positiva e carisma. Due fra questi, i due del Napoli, soltanto poche settimane fa, venivano accusati di scarsa attitudine mentale dopo l'incredibile flop col Verona. Ma a guardarli bene, tutto si può dire tranne che siano calciatori a cui tremino le gambe nelle gare decisive. Ed è per questo che aumenta la rabbia dei tifosi anche in queste ore in memoria di quella gara.
Ma adesso, godiamoci il finale di Euro 2020 e il trionfo della semplicità, di un 4-3-3 che ricorda anche un po' quello che ci ha fatto emozionare, divertire e sognare negli anni di matrice sarriana. Con la speranza di ritrovare, in ritiro o all'inizio della stagione, due azzurri felici, carichi e con un pizzico di mentalità vincente in più.
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