Stavamo sognando...

Editoriale  
Stavamo sognando...

Eppure parliamo di circa un mese fa, non oltre. Il tema dei cori razzisti era talmente caldo che ogni giornale e tv apriva col parere di qualche esperto su uno

Eppure parliamo di circa un mese fa, non oltre. Il tema dei cori razzisti era talmente caldo che ogni giornale e tv apriva col parere di qualche esperto su uno dei discorsi più tristi e piccini di questo mondo. Più che altro balzò alle orecchie quell’’oh, Vesuvio, lavali col fuoco’, in un Udinese-Roma che col Napoli c’entrava ben poco. Lì si drizzarono le antenne anche ai vertici del calcio italiano che però, malgrado il grado di difficoltà, riuscirono a dimostrare di esser pronti, pratici e ben decisi ad ammazzare l’argomento. “Cori discriminatori?”, chiesero a Nicchi, presidente dell’Associazione Italiana Arbitri. “Sospenderemo le gare già nel prossimo turno, le regole vanno rispettate. Spero di non dover ricorrere a questo provvedimento”. Caspita, mica roba da tutti i giorni. Nicchi di qua, Nicchi di là, tutti a riportare il virgolettato di colui che è il capo di quei signori vestiti di giallo fosforescente che decidono, spesse volte, le sorti di una gara.

E NON FINISCE QUI – Dopo poche ore dall’intervento del numero uno dell’AIA, fu addirittura il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, a sostenere le parole del collega: “Ci sarà l'esatta applicazione di quanto prevedono le norme - ha detto a tal proposito lo stesso Gravina -. Ho parlato sabato sera con il presidente Aia Nicchi e il designatore di A Rizzoli invitandoli all'applicazione rigida del protocollo previsto. Le norme sono chiare: c'è il primo annuncio, nel secondo si riuniscono le squadre a centrocampo. Se si continua si va nello spogliatoio e poi si annuncia la sospensione. Poi non è facile far uscire migliaia di persone dallo stadio: dopo lo stop il problema è del funzionario di pubblica sicurezza”. Non ci sembra vero, sono parole loro.

A BERGAMO – Si attendeva il fatidico Atalanta-Napoli all’Atleti Azzurri d’Italia, terra non proprio amica dei tifosi del Napoli. C’era da aspettarsi qualche ululato o qualche coro contro il Vesuvio o qualche manciata di parolacce a Lorenzo Insigne perché figlio di Napoli. Certo che c’era da aspettarselo, specie se fu lo stesso Gasperini a gettare acqua sul fuoco con uno squallidissimo: “Cori? Speculazioni fatte per fare polemica”. Eppure nulla di fatto, si comportarono nel quasi migliore dei modi i tifosi dell’Atalanta che rispondendo in silenzio fecero per dire ‘Mettiamoci una pietra sopra’. Superbo e presuntuoso chi abbia potuto pensare che potesse finire lì.

INTER-NAPOLI – E’ bastato il primo pallone toccato da Koulibaly che la folla interista si è inferocita, solo che di solito le scimmie sugli spalti di feroce hanno ben poco e il calciatore del Napoli ha fatto finta di non sentire. Poi gli ululati sono diventati sempre più frequenti e Mazzoleni si è accodato al modo di ignorare di Koulibaly e ha fatto orecchie da mercante. Attenzione però, arriva l’annuncio dello speaker, ora Gravina chiama Nicchi, Nicchi chiama Mazzoleni e l’arbitro ammonisce il pubblico. I cori continuano, le tre telefonate si sono già consumate, ora Mazzoleni interviene e riunisce la squadre a centrocampo e poi si potrà procedere anche alla sospensione della gara. Ah no, dimenticate tutto, era solo sogno, stavamo sognando. Forse.

di Fabio Cannavo: (Twitter: @CannavoFabio)

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