Non si sono visti i 15 punti di distacco: il Napoli ha un solo demerito ma chi si accontenta gode

Editoriale  
Non si sono visti i 15 punti di distacco: il Napoli ha un solo demerito ma chi si accontenta gode

Napoli-Inter, non si è visto un calcio spettacolare. Tutt'altro.

di Dino Viola

Il confronto con la prima della classe doveva dirci se la squadra di Gattuso poteva dare un colpo di reni importante nella corsa Champions o meno, tenendo l'occhio sui risultati di oggi. Per gli ingordi dei tre punti forse serviva un pizzico di coraggio in più, ma un pareggio contro gli uomini di Conte di questi tempi può essere considerato positivo. Chi si accontenta gode: la Juve ha perso, l'Atalanta ha allungato il passo insieme al Milan. 

Canovaccio del match alquanto scontato: azzurri col possesso palla e Inter chiusa nella propria area. I primi minuti hanno confermano tutto. I ritmi lenti sono stati dettati dai raddoppi di marcatura degli uomini di Conte che hanno chiuso ogni spazio. Con un Fabian sempre più in crescita, gli azzurri hanno cercato di innescare le accelerazioni di Zielinski ma il muro eretto dagli avversari ha fatto pensare ad una squadra impegnata nella lotta per non retrocedere. I possibili contropiedi sono stati stroncati sul nascere con Di Lorenzo a soffocare Lautaro, e Koulibaly con le buone e con le cattive su Lukaku.

Solo dopo trenta minuti di calcio rinunciatario, Lukaku ha fatto paura con la traversa colpita. Poi il momento che ha rotto gli equilibri: l'incursione di Insigne e la successiva papera di Handanovic per l'uno a zero. Napoli fortunato con il secondo palo colpito sempre da Lukaku ma anche attento a sventare gli inserimenti di Barella e Hakimi: alto il kilometraggio di Insigne in copertura.

Nella ripresa l'Inter ha alzato il baricentro e ha trovato il pareggio con Eriksen. Gli azzurri però sono arretrati troppo. Il demerito del Napoli sta nell'aver accettato un ritmo lento di gioco, preferendo talune volte il palleggio alla verticalizzazione ed ha accusato il colpo del pari. Colpa anche del dispendio fisico. Dal gol del danese sono trascorsi troppi minuti senza provare anche la soluzione dalla distanza. Diverse le difficoltà nel dialogare e nel servire Osimhen, l'ingresso di Mertens ha dato qualcosa in più. Nel momento in cui gli azzurri hanno ripreso ritmi di gioco un po' più alti hanno sfiorato il gol con Fabian e preso un incrocio dei pali con Politano. L'intervento miracoloso di Manolas su Hakimi a tu per tu con Meret, è stato un avviso che forse il pari è il risultato che accontentava tutti.

Di certo in campo non si sono visti i 15 punti di distacco. Non si è visto un calcio spettacolare, tutt'altro. D'altra parte siamo abituati a vedere match abbastanza bloccati tatticamente e tesi quando si avvicinano i verdetti di fine stagione. Si è avuta la sensazione che il Napoli ha giocato contro un avversario forte e pericoloso, ma si è avuta molto meno la percezione di aver affrontato la squadra che vincerà lo scudetto. A noi resta invece il dubbio se il Napoli sarà una squadra da Champions per le prossime sette partite.

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