Mister, pensaci bene: Allan non è Jorginho...

Il calcio è di chi lo ama ma tutti lo criticano, anche senza un attestato. Ancelotti è stato bersagliato sia dalla stampa che dai tifosi per il 4-4-2, tutti hanno preso di mira il modulo per i mancati risultati ottenuti. L'esperto tecnico che siede sulla panchina azzurra, condizionato anche dall'ambiente, ha deciso di puntare sul 4-3-3 nella sfida contro il Torino. Risultato finale: 0-0, dimostrazione chiara ed evidente che il problema non è il modulo ma la testa.

Allan in cabina di regia non ha convinto, era difficile pensare di fargli fare (con caratteristiche diverse) ciò che svolgeva Jorginho ai tempi di Sarri. Il brasiliano ha avuto enormi difficoltà, giustamente, in una posizione che non è la sua. Ha espresso il suo massimo potenziale come mezz'ala nel 4-3-3, catapultato in mediana ha dimostrato evidenti lacune.

I dati statistici del pareggio di Torino parlano chiaro, sia in fase di possesso che in quella difensiva: Allan non è un regista. In un centrocampo a tre fatica enormemente in quella posizione, non essendo la sua. Nella gara contro la squadra di Mazzarri non ha mai inciso. Dodici recuperi (Manolas 22, ndr), due falli fatti e zero passaggi chiave; inoltre sessantasei palle giocate, poche se si pensa alle ottantacinque di Fabian e soltanto cinquanta i palloni recuperati.

La verità è una sola: Jorginho non è mai stato rimpiazzato, quindi è totalmente inutile che Ancelotti insista sul 4-3-3 perché questa squadra è costruita per un centrocampo a quattro con due punte in attacco, altrimenti si rischia la debacle in campionato e sarebbe un peccato per i valori tecnici della rosa azzurra. Meglio che Allan giochi dove esprime il suo massimo potenziale. Il PSG lo scorso gennaio voleva far follie per lui e non aveva bisogno di un mediano ma di una mezz'ala.

di Simone Scala

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