Benitez come Sun Tzu, 'L'Arte della Guerra' applicata al suo calcio

Copertina fonte : Giuseppe Cautiero
Benitez come Sun Tzu, 'L'Arte della Guerra' applicata al suo calcio

“L’Arte della Guerra” di Sun Tzu è uno dei testi militari più antichi della Terra. Molte menti hanno attinto da questa fonte, non solo militari, ma anche uomini di successo. Nel calcio di Benitez si ritrovano molti dei concetti espressi negli estratti del Generale cinese.

Ecco gli estratti dove le idee di Benitez e di Sun Tzu si avvicinano in maniera impressionante:

Non comunicare a nessuno il tuo schieramento e la strategia che intendi schierare.

Benitez preferisce non far trapelare schemi o moduli prima di ogni match, addirittura anche la squadra stessa viene informata il giorno stesso della partita.

Attacca il nemico dove non è preparato, fai sortite con le truppe quando non se l’aspetta.

Non poche volte da Benitez sono state sfruttate le falle, le brecce, nello schieramento avversario, attaccando proprio quando non se l’aspettava, sorprendendolo non poche volte.

Perciò dico: “Conosci il nemico come conosci te stesso. Se fari così, anche in mezzo a cento battaglie non ti troverai mai in pericolo”.

Conoscere il proprio gioco non è garanzia di vittoria, è stato dimostrato ieri nella partita contro il Milan, se non conosci l’avversario non potrai mai vincere, alcune volte è saggio abbandonare il proprio gioco per adattarsi a quello dell’avversario, anche se va contro i propri ideali.

Gestire molti è come gestire pochi: basta curare l’organizzazione. Controllare molti è come controllare pochi. È solo una questione di addestramento e di segnalazioni.

La grande differenza fra Benitez e Mazzarri sta sicuramente la gestione dell’organico. L’abilità dell’allenatore madrileno è quella di riuscire a gestire un organico superiore, ampio, cosa che Mazzarri non era in grado di attuare.

Si attacca con la forza frontale, ma si vince con quelle laterali

La novità nel nuovo Napoli di Benitez è sicuramente l’utilizzo degli esterni d’attacco. Anche negli anni precedenti la squadra di De Laurentiis giocava molto sugli esterni, ma con modalità e giocatori differenti. La variante sta nel fatto che nel precedente gioco si usavano per lo più esterni di difesa che attaccassero la profondità, abili nel cross, mentre Benitez predilige esterni d'attacco di ruolo, che coprano ma anche che garantiscano mobilità, imprevedibilità e grande supporto alla punta centrale. La copertura dell’esterno in difese è molto importante, si potrebbero lasciare buchi difensivi non di poco conto.

Cinque soltanto sono i sapori, ma le loro mescolanze sono così varie che nessuno può dire di averle gustate tutte.

I giocatori sono sempre 11, ma le combinazioni di gioco fra loro sono infinite con Benitez, mai un’azione ripetuta nell’arco della partita, sempre giocate nuove ed imprevedibili, ne vedremo delle belle quest’anno.

L’attacco migliore è quello che non fa capire dove difendersi. La difesa migliore è quella che non fa capire dove attaccare.

L’imprevedibilità del gioco è uno dei fondamenti del calcio di Benitez, le strategie vanno svelate poche alla volte, la ripetizioni delle tali darebbe un vantaggio all’avversario non di poco rilievo.

Quando muovi, sii rapido come il vento, maestoso come la foresta, avido come il fuoco, incrollabile come la montagna.

Questo estratto riassume in pieno il gioco del tecnico spagnolo, la velocità, la tecnica, il gioco tutte partorite da un’unica mente. La mentalità vincente di un allenatore vincente.

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