Calciomercato Napoli, l'editoriale di Antonio Corbo su Repubblica all'indomani dell'ennesimo pareggio degli azzurri a Ferrara contro la Spal 1-1
Sembrava tutto terribilmente facile. Juve e Inter che perdono due punti, solo un pari con Lecce e Parma, meglio di così? Il Napoli non sente fino in fondo la responsabilità di dover vincere, crede di essere guidato sabato come ieri da buone stelle, a Ferrara con la penultima è già in vantaggio dopo 8 minuti, sembra che Milik non si fermi più, e con il bomber anche la sua squadra, sempre a mezzâaria tra guerra e pace. Ma la nona è la giornata dei grandi inganni, ed il Napoli pesantemente rovina sulle sue illusioni. Può essergli ancora di conforto quel rigore concesso dallâavvocato romano Federico La Penna, che poi ritratta su segnale via radio del barese Luigi Nasca, anziano collega al Var. Ecco, si può discutere sul rigore visto e svanito, è una decisione al limite secondo le nuove regole, il braccio destro di Vicari è colpito dal tiro ravvicinato di Mertens, lo stesso arbitro La Penna a pochi passi non ha dubbi prima di pentirsi, ma riparlare allâinfinito di quel rigore (minuto 38) è un diritto da lasciare solo agli oziosi. Vi rinuncia anche il saggio Ancelotti. Come per Juve e Inter, câè una verità facile da insabbiare, ma a chi giova? LâItalia, quarta potenza del calcio europeo, non ha squadre che agilmente possano vincere nellâaspra serie A e in Champions senza tradire fatica. Ancora peggio per il Napoli che firma in estate il patto scudetto con i suoi tifosi. Sulla loro pelle brucia ora come frustate il quarto posto a 6 punti da una Juve irrisolta, a 4 da unâInter che già chiede al colosso cinese con sette miliardi di fatturato unâaltra cascata milionaria di euro a gennaio, a 3 dallâAtalanta che in Champions prende botte dal Manchester City e si rifà sulla piccola Udinese. Lâavvilente pari di ieri si spiega in tre concetti. Primo, ha una dimensione tecnica inferiore a Juve e Inter. Poi, non sempre riceve dalla panchina certe magiche ispirazioni, come talvolta accade. Il Napolli è infine un poâ fragile se per sostituire Ghoualm fa giocare a sinistra il destro Di Lorenzo, se scopre in ruoli chiave della difesa un Koulibaly opaco come nellâanno di Benitez e al posto di Albiol quel Manolas che sparisce se solo immagina una Croce Rossa, se nel doveroso turnover punta su Elmas che prometteva tanto un mese fa e riappare ieri senza memoria, se nel disperato assalto finale con tre difensori, due mediani e 5 attaccanti trova un mansueto Llorente per il più goffo e molle colpo di testa, un tiro che doveva dare i tre punti. Il presidente rivela di aver parlato con il trentottenne Ibrahimovic, magari in America lo incontrerà ancora. Bastano due anni dellâingaggio stratosferico di Ibra per comprare a gennaio lâindispensabile: un terzino decente.