«Non mi piace fare le classifiche, perché poi il tifo non si può misurare, però essere juventini qui a Napoli, un po’ per i sacrifici e un po’ per le difficoltà vale il triplo rispetto a esserlo a Torino e Milano». Sorride Giacomo Novello, perché la sua è una battuta, ma intanto pensa alle oggettive problematiche che deve affrontare quasi ogni giorno e gli scappa un sospiro. E’ uno dei consiglieri più attivi dello Juventus Club Cercola, che poi è come dire Napoli: 661 iscritti, 124 abbonati, attivissimo sul territorio e anche in trasferta, composto da «campani doc».
LA POLEMICA - Perché l’assurda polemica che descrive come «traditori» (nella migliore delle ipotesi) quelli che essendo nati in Campania, tifano per la Juventus è l’incubo dei bianconeri di quelle parti. Lo spiega anche Ovidio Sacco, presidente del club di Ascea Marina nel Cilento: «Io sono campano e sono orgoglioso di esserlo, così come sono orgoglioso di essere tifoso della Juventus. Questo però è inconcepibile per molti tfosi del Napoli che ci odiano, in modo cieco e insensato. Perché poi mischiano argomenti come Nord contro Sud, Borboni contro Savoia, a volte un po’ delirando».
Novello conferma: «Spesso certi media non aiutano... Lo juventino a Napoli viene catalogato come uno che diserta la patria, un traditore. Ma noi alla fine non abbiamo grandi problema, qualche teppistello qualche tempo fa ha tirato un paio di petardi, ma niente di grave. Diverso è quando succedono cose più gravi come a Santa Maria Capua Vetere...». Già , cronaca freschissima: venerdì sera la sede dello Juventus Club è stato preso di mira da dei delinquenti che hanno sfasciato le vetrate con un lancio di sassi.