di Stefano Napolitano
Il giorno dopo Napoli â Fiorentina. Si racconta di una squadra in caduta libera. Cade ancora il Napoli e cade in casa per la quinta volta in dieci gare disputate al San Paolo. Il rischio di frantumare ogni record negativo esiste. La squadra prende goal da otto partite consecutive. E ieri è apparsa ancora più stanca e lenta del solito contro una compagine, quella viola, reduce dalla durissima partita di Coppa Italia contro lâAtalanta.
Il giorno dopo Napoli â Fiorentina. Ieri è apparso in confusione lo stesso Gattuso, schierando un centrale, Luperto, terzino; e un terzino, Di Lorenzo, centrale. E il quadretto difensivo è stato completato con Hysaj, un destro a sinistra. In pratica si è rinunciato alla spinta sulle fasce. Addio catene e sovrapposizioni. Una manna per le difese avversarie. Andato in svantaggio, ha riportato i giocatori nei propri ruoli. Eâ comunque cambiato poco. Come a poco e niente sono serviti i cambi della ripresa. Esordio in campionato per Demme. Ordinato e svelto nel passaggio. Eâ subentrato al posto di Allan uscito scuro in volto, per riportare Fabian Ruiz nel suo ruolo. Ormai lo spagnolo cammina da mesi. E anche ieri ha sbagliato tutto quello si poteva sbagliare. Lâavesse richiamato in panca, gli avrebbe evitato unâaltra mezzoretta di figuracce. Gli ingressi di Llorente e Lozano non hanno messo e non hanno tolto. Ma del resto dai due câè poco da aspettarsi.
Il giorno dopo Napoli â Fiorentina. La delusione è tanta perché le aspettative dei più ottimisti erano grandi. Anzi, secondo tanti, il Napoli, al cospetto dellâInter e della Juventus, era avvantaggiato. Perché era lâunica squadra a non aver cambiato guida tecnica. Come se, ad un certo livello contassero ancora gli allenatori. Ad un certo livello, la differenza la fanno sempre i calciatori. Il Napoli in sede di mercato ha toppato alla grande, lasciando ruoli scoperti e scommettendo ancora su Milik, anche ieri invisibile o quasi. Ma per i âsoliti notiâ il Napoli aveva la rosa più forte dellâera De Laurentis e pensavano di avere la difesa più forte dâEuropa con la coppia Manolas â Koulibaly. E, non contenti, esultarono per lâingaggio di Llorente. Volevano accorciare il gap sulla Juventus con un giocatore che tre anni addietro faceva panchina a Torino. Da non credere.
Il giorno dopo Napoli â Fiorentina. La prestazione di ieri è stata deprimente. In difesa persi tutti i duelli. Il centrocampo spesso saltato con inutili lanci lunghi a cercare Milik. In attacco evanescenti. Lâunico a prendersi la responsabilità di qualche iniziativa è stato Insigne. Si è perfino sentita lâassenza di Mario Rui. Eâ auspicabile quanto prima il rientro in squadra di Koulibaly e Mertens. Il primo per dare solidità ad una difesa colabrodo e il secondo per dare vivacità allâattacco e buttare qualche pallone dentro. Perché per vincere le partite, bisogna segnare e occorre chi lo faccia. E al momento, non segna nessuno; in compenso, ci segnano tutti. E nel San Paolo divenuto un teatro per pochi intimi, si stanno divertendo solo gli avversari.