Il giorno dopo Napoli â Parma. Dopo quella con lo Spezia in Coppa Italia, altra gara complicata per gli azzurri. E non certo per la consistenza dellâavversario. Complicata perché, data la situazione, quella di ieri, con quella di mercoledì in Coppa, era una partita da vincere senza se e senza ma. Al termine di una prestazione non certo memorabile, gli azzurri lâhanno fatta propria e portato a termine la missione. â I fischi passano, i punti restano â così si espresse il grande Bruno Pesaola al termine di un Napoli â Roma, terminata con una vittoria di misura con una rete realizzata al primo minuto. Gli altri 89 minuti, il Napoli li giocò chiuso nella propria area di rigore, non certo il massimo della prestazione.
Il giorno dopo Napoli â Parma. La tempesta di critiche abbattutesi sugli azzurri e il suo allenatore al termine dellâinopinata sconfitta di Verona, non si è ancora placata. Messi in discussione tutti o quasi. Dai giocatori allâallenatore, fino allâoperato della Società . Niente di nuovo. Quando i risultati non arrivano è sempre così, ovunque. Il tutto è certamente figlio delle grandi aspettative createsi intorno alla squadra, il cui organico è stato sicuramente sopravvalutato da non pochi addetti ai lavori, creando smisurate aspettative nellâambiente. Gli infortuni di Mertens e Osimhen, hanno ulteriormente indebolito un organico già con palesi lacune in alcuni reparti, lasciando il buon Petagna a guidare la prima linea. Per lâex attaccante della Spal, anche ieri, prestazione in chiaro scuro. Unâoretta di gioco senza mai calciare in porta. E per un centravanti, per colui che dovrebbe essere il terminale offensivo della manovra, non è certo il massimo. Basta dare uno sguardo veloce alla classifica, per rendersi conto che, gli attacchi delle squadre che fanno compagnia al Napoli, punto meno, punto più, sono guidati da gente abituata ad andare in doppia cifra da anni. Da Zapata ad Immobile, Da Ronaldo a Lukaku. Moduli, posizione, scelte e decisioni, ma alla fine, per vincere le partite, bisogna buttarla dentro e segnare un goal più degli avversari. E se un centravanti non calcia mai in porta, difficilmente riuscirà a far goal e a decidere una partita.
Il giorno dopo Napoli â Parma. Quella di ieri, come detto, era una gara da non sbagliare. La tensione traspariva nitida sul volto dellâallenatore che, mai come ieri, non si è inventato nulla. Ha sistemato Ospina tra i pali, giusto così; ogni giocatore nel proprio ruolo e ha giocato contro la penultima in classifica con la mentalità della terzâultima della graduatoria. Ha restituito ad Elmas il suo ruolo naturale, dirottarlo sulla fascia è un insulto o quasi, e il macedone da interno di centrocampo ha conferito dinamismo alla zona nevralgica del campo oltre ad inventarsi il goal del vantaggio al termine di una serpentina tanto bella quanto testarda. Ha infilato nella mischia Politano al momento giusto. Lâex Sassuolo e Inter, da subentrante, rende molto di più e ieri ha di fatto chiuso la contesa con il suo ottavo goal stagionale. E nel mezzo, ha schierato una difesa a tre, manco stessimo affrontando una prima linea guidata da Didì, Vavà e Pelè. Ma, mai come ieri, il risultato era lâunica cosa che contava.
Il giorno dopo Napoli â Parma. A fine gara hanno suscitato perplessità e interrogativi, le dichiarazioni del mister. Eâ consapevole di essere sulla graticola. Le critiche fanno parte del gioco e della sua professione e lo dovrebbe sapere bene. Ha alcune gare sulla coscienza e anche questo dovrebbe sapere bene. Ha accettato ben volentieri di allenare il Napoli che è risaputo, è una città che vive di calcio. E non è certo Sion, nella tranquilla Svizzera, dove iniziò la sua carriera da allenatore. Da buon intenditori, poche parole.
Stefano Napolitano