Il giorno dopo Italia â Spagna. In maniera moderata esulta il popolo italico. Ai balconi, câerano più bandiere tricolori durante il primo lockdown di quante ce ne siano in questi giorni. E anche questo dovrebbe far riflettere. Mancini è riuscito nellâimpresa di portare la Nazionale in finale, in pochi ci avrebbero scommesso. Ha raccolto una Nazionale a pezzi, umiliata dalla conduzione tecnica di Ventura che, con un undici, almeno sulla carta, superiore a quello a disposizione di Mancini, ci fece conoscere lâonta della non partecipazione ai mondiali dopo sessanta anni.
Il giorno dopo Italia â Spagna. La gara del tiki taka. Quello ormai storico degli iberici, contro quello del new deal della Nazionale italiana. Spesso vituperato, il tiki taka, resta comunque un ottimo sistema di gioco che nasce da un concetto molto semplice: fino a quando sono in possesso palla, non posso subire goal. Risulta quindi essere uno dei migliori sistemi difensivi. Ovviamente deve essere accompagnato da tutta una serie di movimenti che possano generare superiorità numerica in una zona di campo. Le famose catene che una volta si chiamavano sovrapposizioni. Oppure liberare al tiro dalla distanza il compagno con questa caratteristica; o ancora, creare situazioni di uno contro uno che possano rompere gli equilibri. Ieri, la gara del Tiki taka, lâha vinta lâItalia, andando in goal con il più classico dei contropiedi, un marchio di fabbrica italico. Innescato da Donnarumma, rifinito da Insigne e concluso a rete, dopo una carambola, da Chiesa.
Il giorno dopo Italia â Spagna. Trovato il vantaggio, lâItalia ha provato a difendere alto con un pressing asfissiante. E in unâoccasione è riuscita a rubare palla molto sopra, ma Berardi, dalla lunetta, ha calciato in maniera debole. Ripartenza degli spagnoli e goal di Morata, per buona pace del tiki taka. Mancini ha pensato di poterla perdere e sono iniziate le sostituzioni conservative, morale, nei due tempi supplementari, lâItalia non ha visto il pallone. Alla lotteria dei rigori, la freddezza degli azzurri, ha fatto la differenza.
Il giorno dopo Italia â Spagna. Donnarumma, Toloi, Bonucci, Chiellini, Di Lorenzo. Locatelli, Pessina, Jorginho, Bernadeschi. Belotti e Berardi. LâItalia ha chiuso così ieri sera. E, con tutto il rispetto, questa formazione, nel campionato italiano, stenterebbe ad arrivare tra le prime quattro. La differenza lâhanno fatta il gruppo, lo spirito di abnegazione, un pizzico di fortuna che non guasta mai e lâesperienza degli uomini di campo dei quali si è circondato Mancini. Stasera si conoscerà lâaltra finalista. Per salire sul tetto dâEuropa, occorrerà una grande prestazione.
Stefano Napolitano