Zdenek Zeman, ex allenatore del Napoli attualmente al Foggia, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport dopo aver raggiunto le 1000 panchine in Italia.
Se dovesse scegliere la partita più bella o la sua squadra che ha giocato meglio?
«In un lontano Udinese-Foggia ci ritrovammo in nove uomini, ma in campo sembravamo in 12: movimenti perfetti, pareggiammo. Ammetto che il Foggia dei miracoli rappresentò una rivoluzione. E non dimentico tante partite del Pescara che venne in A, quando Verratti, Immobile e Insigne erano solo bambini e non ancora campioni d'Europa»
Mille partite in campo e altrettante fuori. Nel 1998 era all’apice della carriera quando affermò che il calcio doveva uscire dalle farmacie e dagli uffici finanziari. Le sue denunce durissime, coraggiose, spesso affrontate in solitudine, le hanno regalato la stima degli sportivi, ma frenato la carriera. Le rifarebbe?
«Non mi sono mai pentito di quel che ho detto e sostenuto. Ho sempre cercato di difendere i valori dello sport e del calcio. Vincere barando, non rispettando le regole o, peggio ancora, mettendo a rischio la salute degli atleti è una pratica criminale. So che tanti all'interno del Sistema sapevano e speculavano perché su quelle derive si costruivano vittorie e fortune, si esaltavano o affossavano carriere. Io ho solo detto ciò che ritenevo giusto. Mi addolora solo sapere che a pagare il prezzo delle mie denunce siano state anche le mie squadre in campo»