L’insidia più pericolosa per il Napoli contro la Juventus? «Alle squadre di Delneri è difficile fare gol». Lo sottoscrive Mario Gambardella, che ha conosciuto il tecnico bianconero ai tempi in cui faceva gavetta in serie C. Il presidente del Sorrento, vice capolista del girone A di Prima divisione, nella stagione 1997-1998 era al vertice della Nocerina sconfitta per 1-0, nella finale playoff per la serie B giocata ad Ancona, dalla Ternana allenata da Delneri. «All’epoca – spiega – era già un allenatore che curava bene la fase difensiva e la Nocerina, pur giocando meglio, riuscì poche volte a tirare in porta. Lo conferma anche un altro motivo: la Ternana di Delneri arrivò alla finale con una delle difese meno battute del girone». Mario Gambardella non ha dubbi anche perché, due anni prima, Delneri un’altra finale playoff in C1 l’aveva sfiorata (sconfitta in semifinale dall’Ascoli) proprio sulla panchina della Nocerina (1995-96), dopo la promozione dalla C2 alla C1 (1994-95). Nei due anni alla Nocerina Gigi Delneri ebbe Gennaro Iezzo come secondo portiere. «Io - rammenta Gambardella – di quella Nocerina, presieduta da Franco Maglione, ero lo sponsor principale. Una squadra bene organizzata in tutti i reparti, ma Delneri a Nocera non ebbe vita facile e quella esperienza, per lui, è stata preziosa per proseguire la carriera in tutte le categorie fino alla serie A. Dopo la promozione in C1, all’inizio del campionato i risultati furono altalenanti e fu spesso contestato dai tifosi. Cosa fece? Ebbe il merito di non mollare e di non cambiare il gioco della squadra. Mi pare che, in seguito, abbia dichiarato con parole affettuose di avere imparato proprio a Nocera quanto è difficile il mestiere dell’allenatore e come va svolto. Tuttora, sulla panchina di un grande club, mi sembra un tecnico preparato, grintoso, capace di trasmettere la sua carica ai giocatori». Come ha costruito la fama di allenatore vincente? «Nel calcio – risponde Mario Gambardella – non c’è molto da inventare. Delneri parte dalla cura attenta della fase difensiva, ma sa anche dare alle sue squadre schemi per colpire alla minima occasione nelle ripartenze. Ad una squadra che prende pochi gol, può bastarne uno solo per vincere e piacere. La Ternana, ventidue anni fa, riuscì a battere così la mia Nocerina, guidata da Gianni Simonelli, il tecnico a cui ho affidato anche la panchina del Sorrento».
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