«Le scuse di Sarri mi sono bastate, le ho trovate sincere. Mi hanno ferito di più le risate dei colleghi in sala stampa. Mi hanno deluso tantissimo». Queste le parole di Titti Improta, giornalista di Canale 21, che ha parlato a Repubblica dopo l'accaduto in sala stampa al San Siro.
Improta, ci racconta cosa è successo?
«Ho chiesto a Sarri se dopo il pari della partita di domenica lo scudetto fosse compromesso. Una domanda più che legittima».
E lui ...?
«Ha preso una pausa, ha riflettuto qualche secondo e poi mi ha detto: “Sei una donna, sei carina e per questo non ti mando affanc…”. Io sono rimasta fredda, volevo portare a casa la risposta. Ho continuato, garbatamente, a chiedere cosa pensasse del pareggio».
Poi cosa è successo?
«Subito dopo la conferenza mi ha chiamato il responsabile dell’ufficio stampa della squadra. Sarri mi si è avvicinato sorridendo e mi ha chiesto: “Mica sei anche permalosa?”. Gli ho risposto che non lo sono ma che non poteva permettersi di usare espressioni del genere. “La brutta figura la fa soltanto lei” gli ho detto. Credo che allora abbia capito, ha guardato il suo staff e si è imbarazzato tantissimo. Mi ha chiesto scusa, mi ha abbracciato...».
Le scuse di Sarri le sono bastate?
«Sì, gli credo, era sincero. È un uomo schietto». Ma non è accaduto soltanto questo. Alla battuta di Sarri, alcuni suoi colleghi giornalisti in sala stampa hanno riso».
Come l’ha presa?
«Malissimo. Sul momento, ero molto concentrata sul mio lavoro e non ci ho fatto caso. Ma quando ho rivisto il video è la cosa che mi ha ferito di più. Ci sono rimasta molto male, spesso si trascende in questo ambiente. Non sono riuscita a risalire a chi rideva, eravamo in tanti...».
Come si spiega questo comportamento?
«Sono delusa. Ho avuto la solidarietà di tanti colleghi ma quelle risate mi hanno ferito. Vorrei che a ognuno di loro capitasse un episodio come questo, così capirebbero cosa si prova».
Le era già accaduto qualche altro brutto episodio?
«Sei anni fa fui protagonista di un altro episodio spiacevole con Aurelio De Laurentis. Alla mia domanda su chi sarebbe stato il sostituto di Lavezzi, rispose che avrebbe voluto me nuda a giocare in campo... Allora rimasi immobile e del tutto basita: intervenne anche il sindacato a difendermi, come oggi è intervenuto l’Ordine. Eppure quella è una delle frasi meno volgari che ho sentito rivolgere da lui ad altre colleghe. Mi reputo fortunata, in quanto figlia di ex calciatore conosco l’atmosfera da spogliatoio e so come destreggiarmi».
Non è semplice, però.
«No, infatti bisogna far capire quanto ci sia bisogno di rispetto e professionalità. Ho tante amiche che lavorano nel mondo del calcio e che ogni giorno tollerano battute sessiste. Trovo ingiusto che le donne siano prese di mira sul lavoro. Serve rispetto».