Mattia Grassani, avvocato della SSC Napoli, ha rilasciato una breve intervista al Corriere dello Sport.
Koulibaly vuole giocare, avvocato Grassani: è una richiesta che va a sfidare le leggi del calcio.Â
«Ma è l’opportunità per sfruttare un momento e tentare di fare quello scatto culturale di cui abbiamo bisogno tutti. Si può lanciare un segnale forte e ci sono le basi affinché ciò accada: perché stavolta è legittimo auspicarsi che a vincere sia il buon senso sulle norme, sui cavilli».Â
E’ dal 26 dicembre, complice innanzitutto l’irruzione mediatica di Ancelotti e la sua battaglia, che Koulibaly è diventato un caso. Ma tutto succede al termine della partita, non durante.Â
«Si può entrare nel merito di quegli istanti e persino considerare, volendo, che per un secondo, nel momento in cui gli viene da applaudire a Mazzoleni, Koulibaly abbia potuto smarrire la lucidità . Ma succede dopo oltre un’ora di insulti per il colore della pelle, di ululati raccapriccianti che hanno finito per condizionare l’atteggiamento di un calciatore sempre corretto».Â
L’errore, quasi inutile tornarci, è stato non fermarsi per un attimo e far capire che si sarebbe rischiato una decisione storica: e questo a poca distanza dall’incontro del designatore con tecnici e capitani.Â
«Nel corso del quale venne fuori un protocollo: che in situazioni del genere la segnalazione all’arbitro potesse arrivare anche dal diretto interessato. Koulibaly è stato sommerso da quei cori, lo raccontano le immagini televisive, è scritto sui giornali del giorno dopo che allegheremo alla memoria. E può essere mancata a Mazzoleni la percezione di una situazione ormai ben oltre il limite».Â
C’è un precedente, diverso e però sovrapponibile, e riguarda Muntari.Â
«Nella fattispecie giuridica, sono episodi che si sviluppano in maniera differente, però sono assimilabili l’uno all’altro. Io e il Napoli ci auguriamo che questa situazione da catalogare come eccezionale venga affrontata adeguatamente ed evitando di applicare in maniera direi automatica la normativa semmai riflettendo sulla necessità delle attenuanti. E ce ne sono. Koulibaly non ha inteso contestare il cartellino giallo appena ricevuto ma non ha più potuto sopportare quel clima, sviluppatosi senza che ci fosse una interruzione, richiesta a più voci».