Il protocollo federale è il faro che fin qui ha dettato le regole del gioco, ma il destino del campionato è nelle mani delle Asl. à così dall'inizio dell'emergenza, come racconta l'edizione odierna del Corriere dello Sport.
"Fino alla passata stagione le aziende sanitarie locali âbloccavanoâ le squadre anche in presenza di due soli calciatori positivi, ora arrivano al provvedimento più drastico se c'è un numero importante di contagiati; i cosiddetti âcontatti strettiâ vaccinati, infatti, non sono più obbligati alla quarantena.
La Figc tenta da mesi un dialogo con il sistema sanitario: se la Asl dice "stop", non ci sono test molecolari, protocolli o vaccini che tengano. Gravina ha trovato una sponda nel Ministero della Salute, che tenterà di mediare, ma un accordo generale tra calcio e Asl è quanto meno ambizioso: nel momento in cui la questione diventa âdi sicurezzaâ, il pallone passa in secondo piano.
La Lega tira dritto per la propria strada: si gioca a prescindere da contagi e da capienze ridotte (ora gli stadi sono al 50%). In via Rosellini hanno già declinato sia la richiesta formale di posticipo della finale di Supercoppa Inter-Juve del 12 gennaio, sia le pressioni di alcuni club che chiedevano il rinvio dei primi due turni del 2022"