Walter Ricciardi, consigliere del ministro alla Salute Speranza che partecipa alle riunioni del Comitato tecnico scientifico, mette in guardia gli italiani. Ecco uno stralcio delle sue parole in un'intervista ai colleghi di Repubblica:
«Non è ancora finita. Dobbiamo avviare un cambiamento culturale per convivere con il coronavirus».
Si inizia con le prime aperture, come ci siete arrivati?
«Da scienziati abbiamo dato le migliori evidenze alla politica, che ha preso le sue decisioni. Questo è un momento difficile, le scelte riguardo a un Paese che deve ripartire in qualche modo vanno equilibrate con ciò che sappiamo del virus e della sua pericolosità ».
E cosa sappiamo ora del virus?
«Che si sta specializzando. Ha imparato da alcuni errori dei suoi predecessori. Si diffonde, diversamente ad esempio della Sars, grazie agli asintomatici, quindi prima che la malattia si manifesti, ai lievemente sintomatici, ai casi conclamati e anche a chi è guarito clinicamente, cioè non ha più alcun problema di salute. Non tutti hanno capito che bisogna aggredire complessivamente questi quattro stadi per non farlo circolare».
Come si conduce questa aggressione?
«Visto che ripartiamo per motivi economici e psicologici, per essere tranquilli bisogna seguire il piano di cinque punti del ministro Roberto Speranza. Quello è il cardine ma dobbiamo accelerare sul suo completamento».
Da oggi si riaprono alcune attività ma già da qualche giorno in molte città si vedono tante persone in giro a passeggiare. à rischioso?
«Si, le situazioni che abbassano il distanziamento fisico mettono a rischio la salute di tutti. Ma voglio ricordare che come si è aperto si può anche richiudere. Per farlo abbiamo degli indicatori che ci permettono di prendere misure correttive nel caso di un ritorno dellâepidemia. Le chiusure se le cose vanno male avvengono automaticamente».