Repubblica - Napoli infinito, sbandato e poi grande: Gattuso 'cambia ruolo' a Mertens e sistema le fasce per diventare solido

Rassegna Stampa  
Repubblica - Napoli infinito, sbandato e poi grande: Gattuso 'cambia ruolo' a Mertens e sistema le fasce per diventare solido

Ultime calcio Napoli - La sfida all'Inter finisce 1-1 passando in finale di Coppa Italia, il resoconto del match di Repubblica con le scelte di Gattuso

Ultimissime calcio Napoli - Per la Juve ancora ossidata dalla lunga pausa, c’è una squadra che sa soffrire, ribaltare una partita compromessa, battere una fiammeggiante Inter. "È il Napoli infinito di ieri sera, sbandato e poi grande nel San Paolo deserto", commenta nell'editoriale per l'edizione odierna di Repubblica, Antonio Corbo.

L'edizione di oggi di Repubblica racconta un match a due facce. Con la prima parte della gara:

"Terribili i primi minuti, era prevedibile. Ma Gattuso li ha affrontati con una formazione ottimista. Più leggera, si sapeva anche questo. Ma slegata a centrocampo. Contro la superiore fisicità dell’Inter era ed è stato un azzardo. E Conte [...] si è presentato carico come una batteria di fuochi d’artificio. Il gol di Eriksen ha dato fuoco a tutte le sue micce, troppo facile e banale il vantaggio, con quella palla che dopo 3 minuti si infila dal corner nel primo palo coperto male da Di Lorenzo e Ospina, due che avevano avuto da ridire l’uno con l’altro solo un attimo prima.

Chiaro, un Napoli ancora disorientato nello stadio muto e dopo 105 giorni di stop. Proprio quello che doveva temere, invece di presentarsi con una mediana leggera dietro tre punte che sembrano piume. È stato come offrirsi al luciferino Conte che lancia l’Inter in un pressing convinto, determinato e astioso sulle fasce laterali. Qui il Napoli per mezz’ora soffre, perché Candreva migliore interista provoca scompiglio sulla sinistra del Napoli, con Hysaj in affanno, mentre sulla destra Young martella Politano, aiutandosi con due brutti falli, un giallo giustamente punito ed un altro che non impone l’espulsione ma trasforma il possibile rosso in un paterno perdono dell’arbitro Rocchi. Passa molto tempo prima che il Napoli si dia equilibrio. Travolto Lautaro da un ottimo Maksimovic, su Lukaku soffre ma solo all’inizio Koulibaly, cede persino in un duello volante con il gigante belga per riprendersi nel rovente finale, in ritardo anche Di Lorenzo su una corsia impervia per il Napoli. Perché anche Elmas svanisce sulla destra, dove lo raddoppia spesso Zielinski che giocando in linee orizzontali cerca Brozovic, mai disturbato stavolta da Mertens come accadde il 12 febbraio a Milano".

Per quanto riguarda Dries Mertens, cambiano le richieste di Gennaro Gattuso rispetto al match d'andata:

"Ora Gattuso vuole che il suo attaccante centrale pensi a solo a segnare, e la sua non è una utopia. Il gol n. 122 che porta Mertens davanti a Hamsik tra i cannonieri azzurri di tutti i tempi è il prezzo che paga Conte, spinge troppo il pressing, tollerando uno squilibrio fatale. Proprio Ospina che aveva teso più di una mano al Napoli avvia il contropiede del pareggio. Insigne batte in forza e velocità il pur roccioso Eriksen, si fa accompagnare dall’innocuo trequartista danese per una quarantina di metri, poi offre a Mertens il gol che arriva puntuale per la palla dell’1-1".

Gennaro Gattuso, allenatore del Napoli

?E sul secondo tempo:

"È ben diversa la ripresa. La chiave tattica cambia. Il pressing dell’Inter è depotenziato ma è finalmente determinato, poderoso, compatto il Napoli. Ne deriva una partita tesa, con Gattuso che sistema meglio la fascia destra. Ritira Elmas per inserire Fabiàn Ruiz, quindi Politano per Callejòn, che forse doveva essere preferito fin dall’inizio per la sua capacità di coprire in profondità la linea verticale. Slega anche Milik per l’esausto Mertens ma è una variante tattica: tiene alta la squadra, in fasi di turbolenza che vedono ancora Ospina mattatore. Ci sta bene anche il combattente Allan per l’ormai stanco Zilinskli. Reagisce Conte con doppio cambio sulle corsie esterne: si accorge che l’Inter si era affievolita là dove aveva infastidito il Napoli, si affida a Biraghi e Moses. Poi Sanchez. Non si ferma qui, congeda anche Eriksen affrontato con dignità da Demme, Ma il Napoli prende quota, vince fatica e dolori fisici, si rivela degno di una finale che la Juve farà bene a temere".

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